venerdì 6 febbraio 2015

TRUE DETECTIVE

di GP F1


True Detective è un film in otto puntate. True Detective è un inno alla non banalità. True Detective è istinto e razionalità, è luce ed ombra, è tensione latente che mai si assopisce, è viaggio interiore nelle oscurità più profonde dell’animo umano.
Ambientato nel sud degli Stati Uniti, più precisamente nello stato della Louisiana, True Detective narra una storia che si sta protraendo nel tempo da più di 20 anni.  Marty (Woody Harrelson) e Cohle (Matthew McConaughey), questi i nomignoli dei protagonisti, sono due poliziotti della squadra omicidi che vengono nuovamente coinvolti nella risoluzione di un caso al quale entrambi hanno già intensamente lavorato a partire dal 1995. Davanti ad una 8 mm, i due devono rispondere al fuoco di domande che due loro colleghi – Thomas e Papania - hanno appositamente preparato per l’occasione. Marty e Cohle non sono per niente intimoriti dalla convocazione nel dipartimento di polizia e dall’interrogatorio individuale al quale entrambi devono sottoporsi. Davanti al freddo obbiettivo di una telecamera Marty e Cohle adottano comportamenti diametralmente opposti attraverso i quali chi guarda può trarre già da subito i primi giudizi (ma alla fine saranno proprio quelli esatti?).
Marty è sobrio, incravattato, collaborante e rispettoso. Cohle è trasandato, sfrontato e diretto per cui è lui che fin dall’inizio dell’interrogatorio cerca di imporre il suo codice di comportamento, le sue regole. Se Marty è la normalità e la pacatezza, Cohle è l’istinto che non si riesce a frenare. Due voci narranti, due punti di vista che si alternano per descrivere ciò che è accaduto 20 anni prima. Flashback e presente si alternano in modo geniale. Lo spettatore viene infatti catapultato nelle vite dei due detectives diventando un osservatore onnisciente. Lentamente riaffiora il passato di Rusty e Cohle ed inesorabilmente spuntano dinamiche che i due sapientemente nascondono durante i loro interrogatori proprio perché esterne e quindi estranee ai fatti di sangue per i quali sono stati convocati in dipartimento. Scavare nel passato per dare un senso al presente può però far rinascere delle grosse complicazioni.


Nel 1995 i due si conoscono, diventano prima colleghi e poi tentano di diventare amici. Cohle è un tipo stranissimo e non fa nulla per nasconderlo: vive il lavoro ventiquattrore su ventiquattro, non ha vita sociale e quando viene interpellato, oltre a non perdere mai il controllo e la pazienza, non è mai in grado di essere banale. Nasconde un passato che lo ha segnato profondamente e che, col passare degli episodi, si scopre essere pesantissimo. Rusty è la spalla ideale di Cohle. Molto più terra terra e molto più ligio ai compiti di un buon padre di famiglia, Rusty vive la sua vita all’interno di una bugia che in pochissimo tempo Cohle riesce a svelare e sgretolare. Il caso al quale i due cominciano a lavorare è spinoso e quasi irrisolvibile. All’interno di una piantagione di canna da zucchero viene rinvenuto il cadavere di una ragazza, Dora Lange. La posizione del corpo ed i vari tatuaggi che vengono rilevati sul cadavere fanno subito pensare ad un omicidio seriale a sfondo esoterico. I due brancolano nel buio ed effettivamente il posto nel quale è stato compiuto l’assassinio è in un punto sperduto della Louisiana. Marty e Cohle sono soli nella solitudine più totale. I luoghi che successivamente i due visiteranno e gli immensi spazi che i due attraverseranno per collezionare un briciolo di prove sono il simbolo di una nullità che nasconde il male. L’impatto visivo di alcune scene è unico. Non c’è traccia di metropoli, di tecnologia, di novità. Tutto sembra incredibilmente distante e distorto. Ad accompagnare le scene una colonna sonora d’impatto, che filtra sia l’umore degli stessi personaggi sia l’enormità dei luoghi in cui si trovano. 


I due assi temporali distinti su cui si sviluppa la storia si uniscono nuovamente solo verso la conclusione della serie fornendo allo spettatore tutti gli elementi per trarre le dovute conclusioni.
Conclusioni che non riguarderanno la scoperta di chi sia in realtà il serial killer bensì di chi siano veramente Cohle e Marty ed in che modo le loro storie, che appaiono apparentemente piatte e banali agli occhi dei colleghi, siano dei veri e propri vasi di Pandora.
Quindi non si tratta solo di un inseguimento alla ricerca di  uno spietato serial killer.
True Detective è molto di più.

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