mercoledì 5 novembre 2014

UNITED IN DIVERSITY

di Beniamino Fortunato

Il malcelato invito che dal governo centrale giunge da qualche anno alle amministrazioni locali è quello di tentare tutti i sistemi possibili per ridurre i propri costi di gestione, incidendo così sempre meno sulla spesa pubblica, uno dei talloni d'achille di questo paese che tenta con affanno una via per rimanere agganciato all'Europa ed ai paesi economicamente di fascia più alta.

Tra le molte strade percorribili alcuni piccoli comuni hanno tentato, o stanno tentando, di rispondere in maniera creativa a questa nuova esigenza unendosi, sfidando l'imperante cultura del campanile a favore delle esigenze dei bilanci comunali.

Fuori Luogo raccoglie la sfida e prova in questo post a prevedere tre possibili soluzioni aggregative per Carmignano con i paesi padovani limitrofi, valutando benefici e criticità di ognuna delle tre proposte e rimettendo la scelta finale ai propri lungimiranti lettori.



Nuovo comune derivante dalla fusione di Carmignano e San Pietro in Gù

Abitanti: 12.200
Superficie territoriale: 32 km quadrati

Benefici: 
-Oltre alla non trascurabile dote della piscina che i guadensi porterebbero con sé, è importante segnalare come l'allargamento del confine tra Padova e Vicenza e l'allargamento della minaccia di cambiare provincia, aumenterebbe di molto il potere contrattualistico del nuovo comune verso Palazzo Santo Stefano. 
Ciò potrebbe rivelarsi strategico per ottenere benefici insperati dai singoli comuni (come vi suona il "Nuovo Ospedale di Spessa"?). 

Possibili punti deboli:
-Prima di tutto l'orgoglio. Sappiamo tutti come lo sport nazionale di entrambi i comuni sia quello di farsi belli nei confronti dei cugini confinanti: "nialtri ghemo a fermata dea Sita", "nialtri ghemo a ciesa col campanìe", "nialtri ghemo un muccio de rotonde", "nialtri ghemo el tabachìn nea stassiòn dei treni"... questioni ancestrali difficili da sradicare per costruire un popolo unito.  



Nuovo comune derivante dalla fusione di Carmignano e Fontaniva

Abitanti: 15.900
Superficie territoriale: 35,3 km quadrati

Benefici: 
-Finalmente un comune con le mani su entrambe le sponde del fiume Brenta che potrebbe sfruttare questo vantaggio geografico ponendo vantaggiosi dazi sul trasporto su gomma lungo il ponte e sul trasposto su remo via acqua.
-Unificazione del quartiere Boschi e fine delle secolari lotte tra Boschi est e Boschi ovest con seguente riunificazione delle famiglie divise da un segnale imposto dalla mappa stradale.

Possibili punti deboli:
-Tutti conosciamo la vicinanza culturale tra Fontaniva e Cittadella e come l'establishment fontanivese spinga da sempre in favore del rafforzamento dei rapporti coi cugini murati a scapito dei vicini d'oltrebrenta. L'unione con Carmignano potrebbe rivelarsi, a lungo andare, una fusione a freddo con moti clandestini che troverebbero terreno fertile dal bosco dei baini fino alla brenta del belgio.     



Nuovo comune derivante dalla fusione di Carmignano, Gazzo e Grantorto

Abitanti: 16.600
Superficie territoriale: 51,5 km quadrati

Benefici:
-Questo nuovo imponente comune diventerebbe di colpo il 10° più popoloso della provincia di Padova e il 3° più esteso per superficie.
-Con 11 sagre paesane distribuite nel corso dell'anno, una fiera franca, un' estate carazzortese in piazza e svariate rievocazioni venete, si farebbe largo quale capitale euganea del gusto e dell'intrattenimento!
-I risparmi si farebbero subito sentire grazie alla fusione degli uffici comunali ed ai tagli dei costi degli amministratori. Carazzorto sarebbe probabilmente la risposta più efficiente al taglio dei costi della spesa pubblica!   

Possibili punti deboli: 
-Su tutti l'unione linguistica: sappiamo come sia difficile mettere attorno a un tavolo un carmignanese un grantortese e un gazzense sperando che, parlando ognuno il proprio idioma, possano giungere ad un accordo senza sconfinare nella blasfemia.
-Il problema si estende alla segnaletica stradale: se a Carmignano il segnale che indica di fermarsi ad un incrocio è lo "STOP" i nostri cugini d'oltre cavalcavia ricorrono da sempre al ben più pratico "AO", ciò risulterebbe un costo per la standardizzazione della segnaletica e l'aggiornamento dei corsi di scuola guida.       

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