mercoledì 19 novembre 2014

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di GP F1



Vince non si aspettava di essere scaricato dai responsabili di produzione di “X-files” dopo soli due anni di assidua collaborazione. Disoccupato ma sempre speranzoso che le cose girino per il meglio, Vince abbatte la frustrazione confrontandosi con un amico sceneggiatore che come lui, a corto di idee, si trastulla attendendo l’onda perfetta. E’ proprio dopo una telefonata tra i due che in Vince scocca la scintilla della creazione. In base a ciò che veniva descritto in un articolo di cronaca del New York Times, un ragazzo si divertiva a cucinare metanfetamine nel retro di un furgoncino di sua proprietà scorazzando allegramente per tutto il quartiere senza alimentare alcun tipo di sospetto. Da questo singolare reportage, Vince elabora il soggetto di una serie televisiva che, partita in sordina e senza molte speranze di successo, è stata venduta e vista in tutto il mondo. Vince fa Gilligan di cognome ed è il primo produttore nonché ideatore di “Breaking Bad”. Il titolo, nella sua traduzione letterale, contiene già un indizio su ciò che la serie racconta e sviluppa nel corso delle cinque stagioni che la compongono. Breaking Bad significa sbroccare, sclerare, sbandare, deviare da un percorso prescritto e preordinato. Due parole accomunate dalla stessa iniziale che, se unite, amplificano il loro significato negativo. Mai titolo fu così ben studiato! Qua vi consiglio, se avete youtube a portata di mano o qualsiasi altro tipo supporto di proseguire nella lettura (sempre se vi va) ascoltando “No surprises” dei Radiohead. Entriamo quindi nella storia di Breaking Bad tenendo ben presente che voglio incuriosire e non suggerire, stimolare il giusto e non anticipare troppo.


Walter White è un anonimo insegnante di chimica ad Albuquerque, in Nuovo Messico. La sua è una famiglia immersa in una realtà piccolo borghese in cui prevalgono la monotonia e la ripetitività quotidiana. Walter è padre di un figlio disabile che si chiama come lui, la moglie Skyler aspetta il secondo figlio ma nulla sembra scalfire questo perfetto equilibrio familiare. Per arrotondare le entrate e garantire una vita quantomeno normale a tutta la famiglia, Walter, durante i pomeriggi non occupati dalla sua attività d’insegnamento, lavora ad un autolavaggio posseduto e gestito da un uomo scontroso e burbero che molto spesso minaccia in maniera subdola i suoi dipendenti. La vita di Walter si sta trascinando avanti lenta e noiosa: a scuola gli studenti non lo degnano di attenzione, all’autolavaggio deve sottostare a svilenti e snervanti rimbrotti da parte del titolare. La sua unica oasi serena è la famiglia. Walter intrattiene un rapporto molto stretto e diretto con i cognati: Marie, la sorella di Skyler ed il marito Hank Schrader. Nulla può turbare la frustrante realtà in cui Walt è immerso. Ma il fattore che scatena una irrefrenabile marea arriva in modo inaspettato e subdolo.
Un tumore ai polmoni. Walt ricorre a tutto il suo self-control per assorbire la notizia stordente che lo riguarda in prima persona. Un cancro, una malattia incurabile che può mettere fine alla sua esistenza e creare un trauma irrisolvibile all’interno di una famiglia fin lì già provata da piccole difficoltà economiche. Walt si trova con le spalle al muro. Il suo orgoglio e la sua forza di volontà contrastano con l’amara realtà. La cura prevede il pagamento di un ingente somma di denaro che Walter non ha a disposizione. Si parla di migliaia di dollari. Confessare alla famiglia l’arrivo di questa terribile malattia getterebbe nello sconforto e nella più totale disperazione sia il figlio sia la moglie che deve proseguire serena la sua gravidanza – ora vi consiglio di leggere ascoltando “Venus in Furs” dei Velvet Underground –


Che fare? Intanto tacere, poi l’idea buona spunta sempre. Walter è squassato da un turbine di stati d’animo e di emozioni; non gli resta molto da vivere stando alle parole dei medici ed alla diagnosi che gli hanno prospettato. Decide quindi di oltrepassare la legge e varcare la linea dell’illegalità. E’ un chimico, le formule sono il suo pane quotidiano. In che modo la chimica può aiutarlo evitandogli fatiche e grattacapi? Cucinando anfetamine e rivendendole. Semplice. Scontato. Rischiosissimo però. Walter è come se si trovasse davanti ad una roulette e conoscesse già i numeri che la pallina sceglierà. La formula per la cottura la conosce, i componenti ed il loro dosaggio pure. Ma come fare per agire in perfetto anonimato? Come nascondere tutto agli occhi della famiglia? Come celare il suo proposito al cognato poliziotto e specialista in retate antidroga? Essere in Nuovo Messico, poi, è un’arma a doppio taglio. Lo stato è un territorio di confine, è costantemente sotto l’attento controllo della polizia ed il cognato Hank ne è la prova tangibile. Che rapporto ha Walter con la sua disperazione? Essere con le spalle al muro annebbia la sua lucidità? O accade il contrario? Walter inizia un percorso di trasformazione irrefrenabile. Visti i tanti ostacoli da evitare Walter cerca un compagno di avventure, vuole in qualche modo condividere lo sforzo con qualcuno che ha già le mani in pasta. Jesse Pinkman è un pesce piccolo o, dall’opposto punto di vista, un’esca da appendere all’amo; nullafacente, Jesse spaccia piccole dosi di droga sintetica e cerca di cucinarla senza grossi risultati. Il prodotto che offre alla sua clientela è molto scadente e la sua cerchia di amici non è altro che una banda di fusi di testa. Jesse è un ex studente di Walter. Questo può tornare utile al professore di chimica. Un ex studente che diventa di nuovo l’allievo davanti al maestro. La cattedra, però, è sostituita da un bancone di chimica. La classe non è più all’interno di un complesso scolastico ma dentro ad un caravan di terza mano nel quale le vite di Walt e Jesse non saranno più le stesse. Entrambi entrano in una spirale vorticosa di eventi dalla quale non saranno più in grado di divincolarsi. Le metanfetamine che producono sono diamanti, la loro purezza ed i loro effetti sono imbattibili. Walter il chimico, Jesse lo scapestrato. I due si completano o meglio si sostengono.
Breaking Bad non è solo la celebrazione di una traformazione. E’ anche un ipotetico viaggio da A a B durante il quale, però, il conducente guida sempre (volontariamente?) in contromano. 
Ma quanto ci metterà ad accorgersene?

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