mercoledì 1 settembre 2010

REALTA' SOMMERSE




Storia della realizzazione completamente indipendente di un videoclip musicale


I Nowhere Crowd sono un progetto musicale atipico per la scena locale. Fuori dagli schemi sia per il metodo di composizione che per il modo di procedere. I ragazzi, come loro primo passo, hanno realizzato un videoclip per la regia di Cristian Tomassini. Silvio, Francesco e Cristian ci hanno raccontato come è nata questa “folle idea”, dimostrandoci come sia possibile realizzare un ottimo prodotto con pochi mezzi ma con tanta passione e voglia di fare.

Chi sono i Nowhere Crowd?
S: I Nowhere Crowd, più che gruppo musicale, ci piace definirli “open project”. Siamo cinque musicisti (un batterista, un tastierista, un bassista e due chitarristi) che lavorano a progetti, scrivono, compongono e registrano musica; inoltre curiamo in prima persona il lato artistico e la produzione della nostra musica. Non siamo una vera e propria band, bensì un progetto che nasce a settembre 2009 e deriva da altri progetti diversi. Non abbiamo un cantante fisso come tutte le band, ma cantanti turnisti, che vengono a darci una mano nei singoli progetti.
Quando e perché nasce l’idea di un videoclip musicale?
F: L’idea nasce dal fatto di aver provato in passato le classiche esperienze dei musicisti locali: suonare in giro, registrare dei demo o degli album… e aver visto come siano inefficaci. Abbiamo deciso di sperimentare perciò nuovi canali per farci conoscere.
S: Il tutto è nato in modo naturale e non programmato. Il pezzo è stato scritto senza forzature, senza la ricerca della commercialità, senza l’intenzione di abbinarci un video. Il video è nato subito dopo, quando abbiamo steso il testo.
F: Ci siamo detti: lavoriamo in proprio sulle canzoni, siamo in grado di farlo? Siamo dotati di quel minimo di strumentazione necessaria che ormai, grazie alla grande diffusione dei computer, è divenuta accessibile a tutti e abbiamo pensato: siamo in grado di fare un prodotto vendibile, apprezzabile? Ci siamo risposti di sì, abbiamo fatto i nostri esperimenti, ci siamo comprati la nostra attrezzatura, abbiamo constatato che il risultato poteva essere soddisfacente e abbiamo deciso di fare così: anziché aspettare di avere pezzi per un cd completo che non comprerebbe comunque nessuno, pubblichiamo canzone per canzone, sfruttiamo la velocità del brano per quelle che sono le dinamiche di internet; butti il singolo sui social network, lo fai girare un mese e nel frattempo lavori ad un secondo pezzo.
Quindi il pezzo lo avete registrato voi da soli?
F: Sì, il pezzo è fatto totalmente “in casa”.
Come siete arrivati poi al contatto con Cristian per il videoclip?
S: Ci siamo informati se fosse possibile realizzare un video, abbiamo girato parecchie case di produzione di video locali, ma le cifre erano altissime e nemmeno il modus operandi ci piaceva, perché tutti quanti ci han detto: dateci il soggetto, diteci quando volete iniziare le riprese e noi facciamo tutto. Non c’era la collaborazione che noi cercavamo, il lavorare insieme sul progetto, c’era un lavoro per cui tu sei il cliente che paga per un servizio. Noi invece volevamo essere parte attiva anche della lavorazione del videoclip. Alla fine ho mostrato agli altri ragazzi i lavori precedenti di Cristian, sono piaciuti e l’abbiamo contattato.
C: I ragazzi mi hanno contattato e io gli facevo tutto: preproduzione, postproduzione, regia, fotografia… L’idea della band era di collaborare parecchio a livello visivo: nella testa di Silvio c’era già tutto da questo punto di vista, c’era la sceneggiatura, il soggetto. Naturalmente alcuni espedienti, alcune trovate sono venute durante le riprese.
Svelaci alcuni trucchi del mestiere? Come avete fatto ad ottenere certi effetti?
C: Tutte le finestre che si muovono da sole o le cose che si rovesciano sulla tavola sono ottenute tramite fili da pesca tirati dai ragazzi nascosti in vari punti della stanza. La scena in cui trema tutto stile terremoto è ottenuta in postproduzione e con la fotografia. Una curiosità: la scena in cui le cose sulla tavola esplodono tirate dai fili doveva essere un buona la prima, perché c’era del vino rosso che si rovesciava e una volta sporcata la tovaglia bianca non si poteva più far niente. Abbiamo girato la scena, ma io mi son scordato di registrarla e alla fine ce la siamo cavata perché il vino era talmente diluito che la macchia dopo pochi minuti era scomparsa. L’effetto della bambina che entra nella tv è ottenuto col cosidetto green screen (schermo verde): un filtro del computer fa diventare il verde trasparente, dando così l’impressione che ci sia un buco. Anche questo è un effetto low cost: l’abbiamo ottenuto semplicemente comprando del cartoncino verde. Sembra che la bambina entri nella tv mentre in realtà entra in una scatola di cartone verde. Il sangue era top all’amarena e top al cioccolato.
S: Anche nella costruzione dei materiali abbiamo lavorato assieme, ad esempio abbiamo costruito da soli parti dell’attrezzatura come il crane (la gru che sposta la telecamera nda), o il generatore di ombre costruito coi lego technic.
C: Grazie alla postproduzione poi si riesce ad ottenere un buon lavoro, si aggiungono gli effetti giusti per rendere il tutto non pacchiano ma competitivo, altrimenti ci vogliono una valanga di soldi.
Quali sono state le location?
C: La sala prove del centro giovanile, dove sono girate le scene col cantante, la casa di Gargiulo (il chitarrista della band nda) e della sorella (l’attrice all’inizio, la mamma della bambina nda), in cui abbiamo ambientato le scene con la bimba, e il fury a Camazzole, che ha ospitato invece le parti col gruppo.
Vi siete occupati voi stessi dell’allestimento delle scene?
C: In tutto quello che era la produzione, quindi anche allestire le location, la band si è arrangiata, risparmiando quello che sarebbe stato necessario dare ad altri per fare lo stesso lavoro.
F: Gli unici aiuti esterni sono stati Roberto Sechi per le luci, Roberto Fiori per la fotografia, Marta Rambaldi per il trucco… oltre naturalmente agli attori.
Avete fatto proprio tutto autonomamente… 
S: Sì, ci siamo accorti con la nostra esperienza musicale precedente che ogni volta che affidi il tuo progetto a qualcun altro rischi di non essere soddisfatto alla fine, rischi di non riuscire a sviluppare la tua idea originale a pieno. Con Cristian ci è piaciuto lavorare perché siamo riusciti a realizzare l’idea che avevamo all’inizio. Ci siamo occupati inoltre della promozione, cioè di pubblicizzare il videoclip. Il sito del gruppo (www.nowherecrowd.com) per esempio è stato fatto da Francesco, che è un esperto del settore. Si tratta di un mini sito cinematografico. Ci siamo creati un profilo facebook, il myspace e ci siamo fatti i nostri contatti. Anche della grafica e dei costumi ci siamo occupati noi.
La parola d’ordine mi pare di capire è stata: tutto ciò che possiamo fare da soli facciamolo!
C: Certo! Il cinema, così come la musica, si possono benissimo fare anche con pochi mezzi, bastano tanta passione e tanta voglia di fare. E poi, al giorno d’oggi, con i passi in avanti della tecnologia e la sua diffusione chiunque sia in grado di usare un computer può fare un sacco di cose.
S: Con la conoscenza, con la fatica che si fa, si può sopperire a tutto ciò che altrimenti si pagherebbe.
Quali sono i principali riferimenti del videoclip? Da cosa siete stati influenzati?
S: Sicuramente Nightmare. Da quel film è stata presa l’idea dell’uomo nero che aspetta la bambina, l’idea del sogno malato della bambina stessa ed alcuni elementi che appaiono nel videoclip.
C: Per quanto riguarda me l’elemento tv è tratto dal film di Cronenberg Videodrome: la tv intesa come ciò che ci plasma, che influisce sulle nostre menti. La presenza della bambina poi può richiamare molti film, da L’esorcista a Shining, a The Ring.
In quanto tempo è stato girato il videoclip?
F: Le riprese sono state fatte in quattro giorni.
C: Siccome però si poteva girare sostanzialmente solo il sabato e la domenica a causa degli impegni di tutti, complessivamente le riprese son durate due mesi. Quattro giorni è comunque un tempo molto breve rispetto a quelli soliti. In ogni location, non avendo una troupe, ci sono un’infinità di cose da fare. Anche la preproduzione, cioè segnare cosa serve e decidere le location, è stata fatta in quattro giorni. La postproduzione e il montaggio li ho fatti col computer nella mia cameretta i mesi seguenti le riprese.
S: Il tutto ha avuto inizio a Gennaio ed è finito a inizio Giugno. Il videoclip  è stato pubblicato il 21 Giugno.
Il prossimo passo?
S: La pubblicazione del video è solo l’inizio.
F: Non c’è una strada consolidata per fare promozione. Abbiamo pensato a tutte le piattaforme di distribuzione potenzialmente interessanti: social network, webzine (magazine on-line), giornali, radio on-line, radio vere e proprie, tv on-line… Il nostro mercato non è nazionale, abbiamo fatto un prodotto per l’estero. Tutte le idee che ci vengono per fare pubblicità cerchiamo di sfruttarle. Abbiamo stampato 10000 volantini con la locandina del video e li distribuiamo in giro.  Sul sito c’è la possibilità di scaricare delle cose in più: la versione del pezzo non compressa, quindi di qualità superiore rispetto al formato mp3, il video per cellulare, wallpaper… e tutto gratuito, l’unica cosa che chiediamo in cambio è un indirizzo email per avere contatti.
Una domanda per Cristian: quali sono le differenze maggiori tra girare un cortometraggio e un videoclip musicale?
C: Quando inizi a fare corti la prima cosa che non hai sono gli attori, di conseguenza non si hanno neppure i dialoghi. Perciò, siccome non avevo la possibilità di trovare attori professionisti, ho giocato sulla musica e sulle immagini: quindi i miei primi corti erano sostanzialmente dei clip, il taglio era già quello dei video. Io avevo già dei videoclip in mano poiché quando sovrapponi musica ed immagini quello che ottieni non è nient’altro che un videoclip. I clip sono belli da fare perché non hai il problema dell’audio: sai che sotto c’è la canzone e puoi sbizzarrirti mettendo praticamente qualunque cosa ti venga in mente, non hai connessione audio, non ci sono i dialoghi, è molto più semplice e molto più espressivo perché puoi metterci in pratica di tutto. D’altra parte il videoclip sta rivoluzionando la stessa tecnica cinematografica; ormai moltissimi film adottano il taglio e le tecniche dei video musicali.
Progetti per il futuro?
S: Vogliamo pubblicare altri singoli, uno alla volta, sullo stile di quanto fatto con questo primo pezzo.
F: Il prossimo step è quello di fare canzoni in modo da avere un Ep che sarà possibile preordinare e ordinare ad un prezzo simbolico. Rilasceremo le canzoni gratuitamente fino alla realizzazione dell’Ep; poi quando questo sarà pronto butteremo fuori il pacchetto completo per chi è desideroso del feticcio cd. Crediamo ormai che il cd stia per morire, soprattutto per una band emergente non ha senso puntare su un cd.
C: Sta per essere pubblicato un cortometraggio, girato insieme ad un ragazzo di Padova, dal titolo “La crisi”, con attori professionisti e con una troupe vera e propria, ma anche con la partecipazione e l’aiuto dei Nowhere Crowd (Francesco fa il fonico, Silvio ha fatto la comparsa). È stata un’esperienza straordinaria! La mia prima esperienza professionale, anche se sempre indipendente. Abbiamo finito le riprese, ora dobbiamo finire il montaggio, a Settembre dovrebbe uscire. Il cinema è comunità, gente che suda e fatica insieme, e ce n’è tantissima appassionata pronta a sacrificare tempo ed energie per il cinema. Quando dici alla gente che fai cinema o musica o cose di questo genere sembra che tu stia giocando, invece è lavorare sodo: per “La crisi” abbiamo lavorato 15 ore al giorno!

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