mercoledì 4 giugno 2014

TUTTO UN ALTRO CALCIO: ILUNGA MWEPU, LA FOLLE CORSA DEL LEOPARDO

di Roberto Pivato


Uno dei fermo immagine più famosi nella storia dei campionati del mondo di calcio: punizione per il Brasile quasi al limite dell’area, folta barriera dello Zaire; classica rincorsa lunga di Rivelino, specialista dei calci piazzati; fischio dell’arbitro romeno Rainea e all’improvviso un folle giocatore in maglia verde spezza prepotentemente la normalità di questa immagine calcistica. 
Questo turbatore della quiete pallonara corrisponde al nome di Ilunga Mwepu, numero due della nazionale dei “Leopardi” dello Zaire, alla loro prima e unica partecipazione mondiale. 
È il 22 giugno 1974, Gelsenkirchen, Germania Ovest. Il Brasile conduce comodamente, come da pronostico 3-0. Gli africani hanno già perso le precedenti due partite: onorevole 2-0 con la Scozia, umiliante 9-0 contro la Jugoslavia. La gara si avvia stancamente alla fine, mancano circa dieci minuti. Mwepu, dimentico di ogni buon senso, in preda ad un raptus di follia calcistica, scatta dalla barriera e va a dare un calcione al pallone che doveva essere invece calciato dai sudamericani. Lo stupore e l’ilarità per questo gesto sono generali. Perfino i calciatori carioca stentano a non ridere in faccia ai loro sprovveduti avversari. Il difensore viene ammonito, la punizione ribattuta senza esito e il match si conclude 3-0. 

Il fotogramma della punizione

Poteva andare molto peggio allo Zaire, si penserà. In realtà sarebbe bastato andasse peggio soltanto di una rete. La verità riguardo quel gesto apparentemente insensato era, contrariamente, molto amara e drammatica. 
Nello Zaire (l’attuale Repubblica Democratica del Congo per intenderci) regnava da anni Mobutu, un dittatore spietato che dei successi dei  verdi “Leopardi” aveva fatto un simbolo del suo regime. Lo stesso Ilunga ha rivelato come lui e i suoi compagni, convinti inizialmente di ottenere fama e ricchezza per la loro storica partecipazione iridata, dopo la batosta con gli slavi vennero minacciati dai sicari di Mobutu: se avessero perso con più di tre reti di scarto contro il Brasile non sarebbero più tornati a casa. Quel gesto, visto sotto questa luce, non fa più così ridere. 
Il terrore si era impossessato di Mwepu. 
Quella punizione era una concreta possibilità di cadere nel baratro. Cosa fare? Ora tutti ricordano lo Zaire per quel fatto curioso, ma voi cosa avreste fatto al posto del povero Ilunga: vi sareste fatti deridere da tutto il mondo o avreste preferito rischiare la pelle per un gol subito?

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