martedì 29 aprile 2014

TUTTO UN ALTRO CALCIO: LA LEGGENDA DI SARNANO, MEGLIO LIBERI CHE VINCENTI

di Roberto Pivato


Sarnano è un piccolo comune di collina in provincia di Macerata, al centro dei Monti Sibillini, con poco più di tremila abitanti. Un borgo medievale caratteristico che offre come principali attrazioni una stazione termale e una sciistica. Uno dei molteplici piccoli comuni italiani ignoti per lo più a chi non è delle vicinanze… un po’ come nominare Carmignano ad un marchigiano. A Sarnano c’è uno stadio di calcio intitolato ad un certo Mario Maurelli. E anche questo nome vi dirà poco niente. 
Maurelli era un arbitro tra i più noti negli anni ’40, sia a livello nazionale che internazionale. È il periodo buio della seconda guerra mondiale, l’Italia, dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, è invasa dalle truppe naziste; il calcio è cosa che non appartiene più alla vita di tutti i giorni, non è più normalità. Eppure un giorno, alla porta dell’arbitro Maurelli, bussa un ufficiale tedesco che vuole organizzare una partita tra le sue truppe e una squadra di giovani del luogo, per sollevare il morale dei suoi soldati, abbattuti per il lungo conflitto e per la distanza da casa. Piccolo particolare: i giovani di Sarnano sono tutti o renitenti alla leva o partigiani. 
Naturale perciò che Maurelli pensi ad una trappola per attirarli e arrestarli. Il tedesco però garantisce che finito l’incontro saranno tutti liberi di andarsene, ma la partita si deve fare. Un rifiuto è impossibile, così Maurelli, attraverso il fratello partigiano Mimmo, riesce a racimolare undici tra combattenti e fuggiaschi che, seppure a malincuore e col terrore di essere deportati, accettano di disputare questo match tanto voluto dai loro nemici. Per rassicurarli Maurelli garantisce che l’arbitro sarà lui e che giocherà pure il fratello. Così il 1 aprile ’44 a Sarnano va in scena una strana partita di calcio. I tedeschi si dimostrano dei veri e propri brocchi; gli italiani non vogliono però approfittarne per timore di ritorsioni, ma dopo pochi minuti Grattini di testa non può non mettere dentro. 
A pochi minuti dal termine il risultato è ancora di 1-0. Maurelli nel frattempo ha espulso il fratello e un tedesco per reciproche scorrettezze. I marchigiani capiscono che bisogna far pareggiare i nazisti: la partita da vincere è ben altra che quella di pallone. 
Così è Libero Lucarini, schierato terzino, che decide di dare una mano ai suoi avversari e nemici, scivolando appositamente e lasciando via libera all’attaccante teutonico che sigla il pareggio. Maurelli fischia subito dopo la fine della gara: i tedeschi rimangono al campo a ristorarsi, mentre partigiani e renitenti se la danno a gambe levate e tornano in montagna. Poco più di un anno dopo il copione si invertirà, ma quel giorno, per i ragazzi di Sarnano, la vera vittoria fu non vincere.


Nb: su questo episodio, oltre ad alcuni racconti in rete su blog o siti, esiste un documentario di Umberto Nigri, intitolato “La leggenda di Sarnano”, in cui due dei protagonisti della partita, Libero Lucarini e Mimmo Maurelli, forniscono la loro testimonianza sull’accaduto.

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