lunedì 4 luglio 2011

OLANDESE CON CESTINO



Pedalate in prosa attraverso un paese dell’Alta

Esterno giorno di un tardo Sabato pomeriggio di metà Luglio: vista da dietro una bici olandese con cestino percorre senza nessuna fretta le tremolanti vie d’asfalto di una Carmignano che si fa bella per la serata estiva. E’ l’occasione ideale per osservarla facendo lucide considerazioni su quel che mostra, tenendo sempre le mani ben salde sul manubrio.
Il quartiere Boschi, per primo: non è molto diverso da una piccola e secca Venezia e sembra studiato per abbattere il desiderio di pedalare verso quel ramo del nostro fiume, tant’è che i marciapiedi non fanno parte della cultura “boschiva” ed il quartiere si dona, arreso, ad auto e furgoni come fa Venezia con traghetti e gondole. E’ così che provare a raggiungere in bici Ceo Pajaro, senza essere costretti a staccare il piede dal pedale in segno di resa, è impresa degna di Binda o Girardengo.
Nulla però in confronto alla presa della libera frazione di Camazzole che, fatta in bicicletta, mette a confronto diretto ciclista e macchina in una giostra in cui i primi, ed a volte anche i secondi, hanno facoltà di scegliere da quale lato della strada partecipare alla tenzone: da sinistra per vedere negli occhi i potenziali investitori, da destra per affrontare al buio i potenziali disarcionatori.
Dove invece gli spazi per ciclisti e pedoni non mancano è il distinto viale Europa in cui, dalla rotonda omaggio al sollevatore di pesi fino al monumento omaggio ai nostri caduti, i viaggiatori a bassa emissione inquinante possono disporre di piste più che sufficienti a preservare la loro sicurezza. Altrettanto non si può dire per la loro digestione, messa a ferro e fuoco dal dunoso progetto dell’Ingegner Dromedari che sembra causare più di un problema di rigurgiti a chi percorre la via nella sua interezza. Singhiozzanti ma almeno vivi, alla meta!
A metà fra i primi due casi ed il terzo si inserisce viale Martiri che porta onore al proprio nome soltanto per un pezzo, quello che dal distributore va verso la statale mentre la parte restante si contorna di piste ciclabili e pedonali rosse mattone che le danno un taglio molto casual e che ben si abbinano allo stile espressionista dell’informe rotonda che alleggerisce la struttura imponente della via.
Percorrendolo sui pedali, il paese regala anche piacevoli sorprese quale la scoperta di come un distributore automatico di latte posizionato in una rilassata via centrale, come via Don Milani, possa diventare un luogo di imprevedibile socialità per il popolo delle bottiglie trasparenti con tappo a vite che si ritrova a fare rifornimento di latte dando luogo a sani riti di condivisione delle quotidiane abitudini alimentari.
L’olandese con cestino finisce lì vicino la sua corsa, legata ad una rete metallica di quelle verdi mentre il suo lucido Cavaliere ciabatta con poca eleganza verso un’acqua e menta gassata con ghiaccio prima di andare a farsi bello, anche lui, per la serata estiva.
La prosa, più della poesia, si nutre di precarietà.         

Nessun commento:

Posta un commento