giovedì 1 settembre 2011

SULLA RAMPA: IL FUTURO DELLO ZUCKA SEMPRE PIU' LONTANO DA CARMIGNANO


Prossimi alla data fatidica dell’undicesima edizione dello “Zucka contro tutti” abbiamo contattato gli organizzatori per avere anticipazioni sulla festa giovanile più influente dell’anno. Venuti a sapere che, dopo 10 anni, la festa non ci sarà abbiamo voluto saperne di più.

Quando avete scelto di non organizzare l’edizione 2011 di Zucka contro tutti?
Vedi, non si è trattato di prendere una decisone da parte nostra, quanto piuttosto di essere venuti a conoscenza che non avremmo potuto organizzarla per decisione altrui. Non è stata nemmeno una sorpresa perche lo avevamo iniziato a capire da alcuni segnali già dall’anno scorso durante l’edizione del 2010.
Poi una lettera della Parrocchia ha reso ufficiale la presa di questa decisione che non abbiamo potuto fare altro che subire.

Quali sono stati i segnali che vi hanno fatto capire come sarebbe andata a finire?
Due anni fa, poco prima dell’edizione 2009 che avremmo dovuto realizzare nella piazza dietro al Comune, ci fu imposto in maniera piuttosto repentina di spostare tutto in zona industriale. Avevamo già presentato la richiesta dei permessi agli uffici comunali che però non ci sono mai arrivati. Fortunatamente fu trovata la soluzione della zona industriale altrimenti avremmo dovuto rinunciare già nel 2009.
Durante gli incontri successivi col Comitato del Centro Giovanile e con il Parroco avvenuti in preparazione della festa del 2010 emerse palese la volontà da parte loro di concludere ogni rapporto tra il Centro Giovanile e l’associazione Zucka Skateboarding. L’accordo in comodato con cui la Parrocchia ci permetteva di utilizzare la piastra in cemento dietro al Centro scadrà ad Agosto 2012 e, con la stessa comunicazione ufficiale, Parroco, Associazione NOI, e Consiglio affari economici della Parrocchia ci comunicarono ufficialmente che non ritenevano opportuno che si organizzasse un altro Zucka contro tutti.



Avete pensato a come tutto questo si sarebbe potuto risolvere bene a vostro favore?
Sarebbe stato tutto più semplice se fossimo entrati dentro alcuni meccanismi ufficiali, come ci fu anche proposto di fare, come ad esempio la Pro Loco. Si trattava comunque di due filosofie di lavoro troppo diverse per poter convivere per cui una soluzione di questo tipo non è mai andata a buon fine.
Abbiamo sempre pensato anche che la nostra autonomia fosse il valore aggiunto più importante della nostra associazione e del nostro modo di operare. Il contest che abbiamo organizzato ogni anno da 10 anni a questa parte è considerato una perla nel panorama skate italiano. Non rientrava in nessun circuito specifico, nemmeno del panorama skate italiano, in maniera che chiunque vi potesse gareggiare liberamente! Un contest indipendente che avrebbe avuto senso salvare solo se fosse rimasto tale.

Qual è la reazione di chi utilizza il park quando viene a conoscenza che il contest e la festa quest’anno non ci saranno?
I ragazzi che praticano lo skate sono schifati, è questa la parola giusta, e per i ragazzini più piccoli che vengono a skateare sono i loro genitori ad essere schifati. La festa era il nostro modo di raccogliere i fondi che ci permettevano di tenere in vita lo skate park rinnovando le strutture e tenendole in sicurezza. Anche i vicini che confinano col nostro spazio sono dispiaciuti che non ci saremo più dal 2012 e hanno avuto modo e voglia di farcelo sapere. La nostra presenza garantiva che gli spazi fossero curati e l’accesso controllato, cose che prima del nostro arrivo venivano trascurate.



Dopo 10 anni, qual’ è stata la molla che ha fatto scattare questa frattura tra Centro Giovanile e Zucka?
Probabilmente la nostra presenza non è mai andata completamente giù al gruppo di gestione del Centro. Con gli anni, crescendo anche d’età, abbiamo fatto passi importanti per rendere sempre più normata la nostra posizione. Tuttavia, col cambio del Parroco, i rapporti sono precipitati in fretta portando a questo punto di non ritorno del mancato rinnovo del contratto di comodato e all’invito a non organizzare la festa.

Cosa rimarrà della vostra esperienza?
Mettiamo subito in chiaro che il Park non morirà quando se ne andrà dal Centro Giovanile! Abbiamo avuto richieste di poterlo ospitare da altre parti, noi abbiamo un paio di piani possibili per garantire che le strutture continuino ad essere utilizzate dagli appassionati. Di sicuro se ne andrà da Carmignano. Quando decideremo dove continuare a farle vivere lo faremo sapere a tutti gli appassionati. Abbiate pazienza e a tempo debito vi diremo tutto! Quello che non tornerà saranno il contest e lo Zucka contro tutti che avevano senso solo per mantenere il Park a Carmignano.



Cosa andrà a perdere Carmignano venendo a mancare le vostre proposte?
Un modo per far partecipare ed attivare ragazze e ragazzi, perderà un punto di aggregazione per chi vuole fare qualcosa di diverso da giocare a calcio o frequentare un bar, andrà a perdere un’esperienza irripetibile.
Per farti capire come sarà difficile ripetere tutto ciò che è stato ti raccontiamo questo aneddoto: Barcellona è l’odierna capitale dello skate nel mondo, è lì che il movimento ha il suo cuore più caldo e dove la gente viaggia da tutto il pianeta per andare a fare questo sport. L’anno scorso noi di Zucka abbiamo partecipato ad un concorso via internet a cui si aderiva presentando un video dimostrativo dei propri atleti.
Oltre a noi di Zucka di Carmignano e, appunto, a Barcellona, c’erano anche un gruppo di Parigi ed uno di Berlino. Abbiamo perso, siamo arrivati secondi dietro a Barcellona per un centinaio di voti. Prova a pensare il bacino di riferimento degli altri gruppi rispetto al bacino di Carmignano e prova a capire cosa è stato Zucka per questo paese…

Cosa vi farebbe tornare qui a Carmignano?
Non abbiamo nessun rancore verso nessuno, se qualcuno stasera ci desse la possibilità di avere uno spazio in paese cominceremmo a lavorare a nuovi progetti da domani mattina!
La cosa che ci rende tristi è che qui non abbiamo ricevuto il riconoscimento di nessuna delle istituzioni, nessuno ha avuto l’intenzione reale di proseguire questa avventura eccezionale. Non ci siamo sentiti accolti da chi avrebbe potuto darci la forza e l’appoggio necessario per proseguire a divertirci costruendo opportunità per i ragazzi del paese. Nessun rancore e nessun dispiacere dentro di noi, solo tanta tristezza per ciò che abbiamo visto fare nei nostri confronti.  

IL DUELLO


Il mio avversario se ne sta lì, zitto e immobile. Bastardo. Quel suo silenzio,
quella sua immobilità sono un insulto. “Vuoi prenderti gioco di me, vero? Eʼ
inaccettabile”, penso tra me e me. La mia vendetta calerà sopra di te,
implacabile e devastante, come uno tsunami.
Appoggio la mano sinistra alla spalla destra e faccio ruotare il mio braccio
muscoloso prima avanti, per due giri, poi indietro per tre volte, senza mai
staccare lo sguardo dal mio nemico. La canottiera “bianca a coste”, esalta
la mia schiena palestrata e la “tartaruga addominale”. Il jeans, appena
strappato, lascia intravedere un pezzettino di coscia. Eʼ depilata. Ci tengo.
Molleggio dolcemente sulle mie scarpe preferite, le “All Stars” viola. In
questo momento, il mondo esterno non esiste: sono concentrato su
quellʼinfame che ho davanti a me. Vedo solo lui, sembra di ferro, molto più
grosso e molto più alto di me, circa due metri. Non mi fa paura, io sono più
veloce di lui. Immagino cosa sta accadeno alle mie spalle: immagino i
passanti impauriti che accellerano il passo e fanno finta di niente, anche
se, con la coda dellʼocchio, cercano di seguire la scena il più a lungo
possibile, da lontano; immagino i miei amici, sono ansiosi, tesi, si staranno
chiedendo se ce la farò. Li sento, in lontananza, mi incitano: “Dai, sei tu il
campione! Sei tu il più forte! Distruggilo!”. Cʼè anche LEI ad assistere: è
bellissima, ma è preoccupata. E quando è preoccupata è ancora più bella.
Quel completino corto, leopardato, glielʼho regalato ormai dieci anni fa e le
sta sempre benissimo.
No, non devo distrarmi, devo rimanere concentrato o potrebbe essere la
fine. Ora basta, è lʼora di darci un taglio. Visualizzo la mia strategia per
sferrare lʼattacco finale. Ecco, sono pronto. Eʼ il momento. Piego la testa a
destra e poi a sinistra, facendo schioccare il collo come solo Mike Tyson
sa fare. Stringo la bandana bianca che mi avvolge le dita della mano
destra, pronta per picchiare. Un paio di saltelli sul posto, una breve
rincorsa, due, tre, quattro passi, e parte un pugno che potrebbe fracassare
il cranio persino al mitico Bud Spencer. “Piri-piri-piri-piri-piri-piri-pì! Macho-
Man Macho-Man!!!”, risponde lʼavversario sconfitto. Quel diabolico
marchingegno volgarmente chiamato “Punji-Ball”.
Ho vinto! “Adrianaaa!” urlo con la bocca storta come Rocky. I miei amici
sorridono, gridano, mi abbracciano e mi fanno i complimenti. LEI, la “mia
Adriana”, mi bacia con passione.
Poi, ancora carico di adrenalina, alzo le braccia al cielo, stringendo forte i
pugni, mi tolgo la canottiera, e la faccio roteare in aria, mostrando ai
passanti il mio nuovo tatuaggio a forma di dragone: la testa parte dalla
scapola sinistra, il corpo del drago continua, avvolgendomi il fianco destro,
per scomparire davanti, al di sotto della cinta. Dove termina la coda lo si
può solo immaginare.
Non cʼè dubbio, ho passato i quarantʼanni, ma sono ancora io il campione,
lʼunico, lʼoriginale, lʼimbattuto macho-man della sagra dellʼAssunta.

L'EDITORIALE

Tutti contro?


C’è già stato per noi modo, in passato (vedi l’editoriale di Fuori Luogo numero 6 del 2010), di sottolineare come uno dei mali di questo frammento di Storia risieda nelle differenze pretestuose, create ad hoc per rubare identità comuni e restituirne di nuove, più deboli e di facile acquisizione.
Muovendosi nell’affollato campo delle distinzioni, da questo numero Fuori Luogo intraprende un percorso che si prefigge di indagare la reale portata di quelle scelte importanti che derivano da comuni appartenenze generazionali.
Situazioni di vita simili, se non identiche per età dei protagonisti, loro residenza, studi intrapresi e cultura, portano le persone a rispondere in maniera del tutto personale ai quesiti della quotidianità. A domande sul mondo del lavoro, sulla vita di coppia, sulle incombenze della vita si risponde in maniera del tutto esclusiva, fino a creare circuiti di esistenze particolari, irripetibili, ricche.
Questo mese siamo andati ad intervistare giovani carmignanesi che hanno preso strade diverse di fronte ai bivi posti dal mondo del lavoro; nello specifico si tratterà di strade che sono state determinate dalle passioni. Passioni che un po’ alla volta, alleggerite dal peso della necessità sono diventate talenti e poi professionalità e che hanno condotto alla crescita di quel coraggio che ha determinato il grande passo.
Scelte comuni a molti ma che portano con se molte delle traiettorie che disegneranno il futuro di queste vite.
Un patrimonio di esperienze che abbiamo deciso di raccogliere un po’ alla volta con l’intento di conservare su carta queste ricchezze individuali che potranno, speriamo, aiutare a riconoscersi, in mezzo alla familiare complessità odierna, soltanto per ciò che siamo.

In questo numero spazio anche alle vicissitudini dell’Associazione Zucka skateboarding in procinto di abbandonare il paese. Nell’intervista che l’Associazione ci ha rilasciato (e che riportiamo fedelmente) si tirano in ballo persone ed enti di cui non abbiamo ancora raccolto la versione dei fatti ma che inviteremo a farlo nei prossimi mesi lasciando loro legittimo diritto di replica. Se non lo si è fatto in questo numero è per, speriamo comprensibili, ragioni di spazio.
E’ volontà della redazione di Fuori Luogo farsi canale di trasmissione di tutte le istanze al fine di garantire un fedele racconto dei fatti e delle ragioni di ciascuno.
Ci rivediamo a Dicembre! Buona lettura!