martedì 1 marzo 2011

L'EDITORIALE

Vettura "di cortesia"

Il “Babao” è quella figura  mostruosa che i genitori usano dalla notte dei tempi per mettere in soggezione i propri figli di fronte a situazioni di pericolo che non riescono ancora a percepire del tutto.
L’efficacia  del metodo deve avere convinto  alcuni esperti di marketing politico ad impiegare tale meccanismo anche con gli adulti, i risultati di questa applicazione sono facilmente visibili nelle cronache territoriali di questi ultimi tempi.
Nel paese di Cittadella, in particolare, tale metodo è usato con regolarità da qualche anno dall’attuale Sindaco e Parlamentare della Repubblica Massimo Bitonci, divenuto professionista del metodo “Babao” attraverso le continue messe in guardia del popolo votante sul pericolo di venire culturalmente colonizzato dagli immigrati di religione diversa da quella cattolica.
Le voci sull’incisività dell’azione devono essere arrivate anche a Grantorto, dove il Sindaco in carica Sergio Acqua, sentendo arrivare la stagione delle elezioni primaverili, sembra avere raccolto l’esempio del collega d’oltrebrenta, pensando bene di mettersi a raccogliere firme contro la richiesta della comunità musulmana di avere uno spazio dove poter pregare assieme.
I nostri amici grantortesi hanno così iniziato ad avvistare il “Babao” percependo così il pericolo imminente e firmando numerosi per mettere al sicuro la propria identità religiosa dall’invasione culturale islamica.
Il metodo deve essere sembrato quindi maturo per essere esportato, tanto che l’Onorevole Bitonci, autoproclamatosi paladino del “Babao”, ha deciso di portare avanti la propria campagna per tutto il territorio dell’Alta Padovana.
In tutto questo si ergono fortunatamente le mature voci di chi sembra aver sorpassato la necessità di percepire i pericoli attraverso la creazione di fantasiosi mostri di paura e ci piace segnalare tra queste quelle dell’Amministrazione comunale di Carmignano e del gruppo consiliare di minoranza di Insieme per Carmignano.
A noi che scriviamo preme invece dare spazio alla convinzione che per difendere una cultura sia del tutto pretestuoso ostacolare quelle differenti, una filosofia di questo tipo non potrà che essere perdente ed ammettere, di fronte alla storia, quanto sia povero l’animo di chi ne fa un mezzo per raggiungere propri fini personali.
Da un punto di vista più pratico non è poi secondario considerare come professare i propri credi alla luce del sole, tenendo le porte aperte a chi è curioso di conoscerli, sia anche funzionale ad allontanare i pericoli connessi alla clandestinità delle fedi ed al rischio potenziale di essere lasciate nelle mani di chi può, a proprio piacimento, creare i “Babao” che più gli fanno comodo.   

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