lunedì 1 marzo 2010

IL CROCIATO DELLO SCUDO


Da Tangentopoli in poi, negli anni ’90, uno degli argomenti più sentiti dalla gente comune e sui giornali è stato quello contro i cosiddetti “professionisti della politica”. In sintesi la questione è se siano migliori amministratori della cosa pubblica i politici di professione abituati a stare dentro ai partiti ed alle istituzioni o persone (professionisti, imprenditori, operai, ecc.) che hanno dimostrato nella vita e nel lavoro di “saper fare”. La disputa diviene sempre più ingarbugliata perché molti appartenenti alla seconda categoria, un esempio su tutti, il Presidente del Consiglio, sono ormai diventati anch’essi politici di professione. 
Ma per diventare dei politici li requisito fondamentale è quello di partecipare alle elezioni e quindi essere eletti e svolgere un ruolo fra i molti disponibili: Sindaco, Consigliere comunale, Presidente di provincia o regione, Consigliere provinciale o regionale, Deputato o Senatore della Repubblica, Deputato del parlamento europeo.
Le elezioni dunque: chi abbia partecipato da candidato o militante a una campagna elettorale, o si interessi alla politica da cittadino, o abbia anche solamente fatto lo scrutatore al seggio, sa che sono eventi carichi di tensione, sia positiva che negativa, di idealità, di calcoli, di mosse e contromosse.
Mi è capitato spesso di “partecipare” in qualche ruolo alle elezioni e, al di là di tutto, ho sempre pensato che fossero momenti importanti perché uno dei modi in cui si articola la democrazia e si partecipa alla vita di una comunità.
E la cosa meno edificante delle elezioni è probabilmente la campagna elettorale, cioè quel mese (o quei mesi) prima del voto in cui l’attenzione dei media è ferocemente centrata sui candidati e sui programmi. Penso che per conoscere la statura di un candidato come persona e possibile amministratore, la campagna 
elettorale sia il momento meno adatto, perché mai come in quel momento  tutti si presentano come competenti, capaci, onesti e intelligenti a dispetto degli avversari sempre considerati come inetti, poco 
trasparenti, ecc. Ma si sa, la politica sotto elezioni funziona, purtroppo, così.
Noi carmignanesi abbiamo un punto di vista privilegiato del fenomeno elettorale, non perché votiamo più spesso degli altri italiani, ma perché abbiamo fra i nostri concittadini non un semplice “professionista della politica”, ma un vero e proprio “professionista delle elezioni”! 
Infatti il ragionier Antonio De Poli è un vero recordman in quanto a partecipazioni alle elezioni. 
Da una stima fatta un po’ a memoria, ha partecipato ad almeno una decina di competizioni elettorali dal 1990 ad oggi. Solo negli ultimi anni ha fatto campagna elettorale alle Provinciali del 2009 come candidato Presidente, nel 2008 per la Camera dei Deputati, nel 2006 per il Senato, nel 2005 alle Regionali, nel 2004 per le Europee e le Comunali. Dulcis in fundo, quest’anno è di nuovo candidato alle Regionali,  e dal 2004 ha saltato solo un anno!
Bisogna riconoscere che ha sempre ottenuto dei buoni risultati da buon professionista delle elezioni qual 
è. D’altra parte a me, povero elettore di sinistra invidioso e troppo spesso perdente non può che darmi fastidio tutto questo successo elettorale, abituato come sono ai conflitti interni e alla mancanza di 
leadership dei miei dirigenti di partito. 
E poi, lo confesso, sono invidioso non solo della ricchezza culturale che un buon candidato professionista deve avere per battere gli avversari, ma anche della ricchezza effettiva, e mi riferisco alle risorse economiche necessarie a sostenere tutte queste campagne elettorali! 
Ma una domanda sorge spontanea: se un candidato viene eletto Consigliere comunale e Deputato europeo, l’anno dopo è eletto Consigliere regionale, l’anno dopo ancora è Senatore, due anni dopo Deputato, l’anno successivo Consigliere provinciale, adesso è di nuovo candidato in regione, ma non si corre il rischio di andare un po’ in confusione?!  Un po’ per lui ed un po’ per chi è chiamato a fare una croce sopra il suo nome nella scheda elettorale il rischio di trascurare proposte e propositi in favore di una faccia riproposta fino al punto di divenire un brand non porta acqua alla fonte  di chi alimenta il discredito della classe politica italiana contemporanea? Buon ri-voto a tutti!  

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