di Beniamino Fortunato
Oltre al mandato amministrativo quinquennale,
l’effetto più importante dell’esito delle elezioni comunali del 2009 a
Carmignano (inequivocabilmente vinte dalla lista di Gino Carolo) rischia di
essere il pensiero che nasce naturalmente da quel risultato, e cioè che su
quell’onda di consenso ci sia poca partita per proposte innovative nel vicino
giro elettorale di Maggio.
Personalmente credo che fermarsi
a questo pregiudizio sia sbagliato ed anche ingrato verso la fiducia che si
nutre verso gli elettori ed il futuro del nostro paese.
Lo dico per la naturale necessità
di migliorarsi che una comunità conserva dentro di sé e lo dico anche per l’importante
ruolo che attribuisco alla politica quale necessaria sintesi dell’evoluzione
organizzativa di una società.
I tempi in corso ci stanno
suggerendo che la partecipazione democratica è in una fisiologica situazione
evolutiva, sta cercando una propria strada di rinnovamento tra errori
grossolani ed esperimenti più o meno riusciti: la maggiore facilità a reperire
notizie ed informarsi, il potenziale sociale della rete, nuove forme di mediazione
tra eletti ed elettori e ingegnose metodologie di partecipazione alla
definizione delle priorità ci indicano che le strade nuove da percorrere non
mancano e che la sfida può essere più appassionante di quanto lo sia stata fino
ad oggi. Anche a Carmignano.
Che possa davvero essere questa
la strada percorsa dalle nuove proposte che si candideranno alla Villa Comunale? Carmignano può diventare il paese di una innovativa gestione della
partecipazione? Che proprio qui l’impegno riesca a passare dal decisore alla decisione?
Allora no, potrebbe non essere un’elezione
da poco!
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