Storia della
realizzazione completamente indipendente di un videoclip musicale
I Nowhere Crowd sono un
progetto musicale atipico per la scena locale. Fuori dagli schemi sia per il
metodo di composizione che per il modo di procedere. I ragazzi, come loro primo
passo, hanno realizzato un videoclip per la regia di Cristian Tomassini.
Silvio, Francesco e Cristian ci hanno raccontato come è nata questa “folle
idea”, dimostrandoci come sia possibile realizzare un ottimo prodotto con pochi
mezzi ma con tanta passione e voglia di fare.
Chi sono i Nowhere
Crowd?
S: I Nowhere Crowd, più che gruppo musicale, ci piace
definirli “open project”. Siamo cinque musicisti (un batterista, un
tastierista, un bassista e due chitarristi) che lavorano a progetti, scrivono,
compongono e registrano musica; inoltre curiamo in prima persona il lato
artistico e la produzione della nostra musica. Non siamo una vera e propria
band, bensì un progetto che nasce a settembre 2009 e deriva da altri progetti diversi.
Non abbiamo un cantante fisso come tutte le band, ma cantanti turnisti, che
vengono a darci una mano nei singoli progetti.
Quando e perché nasce
l’idea di un videoclip musicale?
F: L’idea nasce dal fatto di aver provato in passato le
classiche esperienze dei musicisti locali: suonare in giro, registrare dei demo
o degli album… e aver visto come siano inefficaci. Abbiamo deciso di
sperimentare perciò nuovi canali per farci conoscere.
S: Il tutto è nato in modo naturale e non programmato. Il
pezzo è stato scritto senza forzature, senza la ricerca della commercialità,
senza l’intenzione di abbinarci un video. Il video è nato subito dopo, quando
abbiamo steso il testo.
F: Ci siamo detti: lavoriamo in proprio sulle canzoni, siamo
in grado di farlo? Siamo dotati di quel minimo di strumentazione necessaria che
ormai, grazie alla grande diffusione dei computer, è divenuta accessibile a
tutti e abbiamo pensato: siamo in grado di fare un prodotto vendibile,
apprezzabile? Ci siamo risposti di sì, abbiamo fatto i nostri esperimenti, ci
siamo comprati la nostra attrezzatura, abbiamo constatato che il risultato
poteva essere soddisfacente e abbiamo deciso di fare così: anziché aspettare di
avere pezzi per un cd completo che non comprerebbe comunque nessuno,
pubblichiamo canzone per canzone, sfruttiamo la velocità del brano per quelle
che sono le dinamiche di internet; butti il singolo sui social network, lo fai
girare un mese e nel frattempo lavori ad un secondo pezzo.
Quindi il pezzo lo
avete registrato voi da soli?
F: Sì, il pezzo è fatto totalmente “in casa”.
Come siete arrivati poi
al contatto con Cristian per il videoclip?
S: Ci siamo informati se fosse possibile realizzare un video,
abbiamo girato parecchie case di produzione di video locali, ma le cifre erano
altissime e nemmeno il modus operandi ci piaceva, perché tutti quanti ci han
detto: dateci il soggetto, diteci quando volete iniziare le riprese e noi
facciamo tutto. Non c’era la collaborazione che noi cercavamo, il lavorare
insieme sul progetto, c’era un lavoro per cui tu sei il cliente che paga per un
servizio. Noi invece volevamo essere parte attiva anche della lavorazione del
videoclip. Alla fine ho mostrato agli altri ragazzi i lavori precedenti di Cristian,
sono piaciuti e l’abbiamo contattato.
C: I ragazzi mi hanno contattato e io gli facevo tutto:
preproduzione, postproduzione, regia, fotografia… L’idea della band era di
collaborare parecchio a livello visivo: nella testa di Silvio c’era già tutto
da questo punto di vista, c’era la sceneggiatura, il soggetto. Naturalmente
alcuni espedienti, alcune trovate sono venute durante le riprese.
Svelaci alcuni trucchi
del mestiere? Come avete fatto ad ottenere certi effetti?
C: Tutte le finestre che si muovono da sole o le cose che si
rovesciano sulla tavola sono ottenute tramite fili da pesca tirati dai ragazzi
nascosti in vari punti della stanza. La scena in cui trema tutto stile
terremoto è ottenuta in postproduzione e con la fotografia. Una curiosità: la
scena in cui le cose sulla tavola esplodono tirate dai fili doveva essere un
buona la prima, perché c’era del vino rosso che si rovesciava e una volta
sporcata la tovaglia bianca non si poteva più far niente. Abbiamo girato la
scena, ma io mi son scordato di registrarla e alla fine ce la siamo cavata
perché il vino era talmente diluito che la macchia dopo pochi minuti era
scomparsa. L’effetto della bambina che entra nella tv è ottenuto col cosidetto
green screen (schermo verde): un filtro del computer fa diventare il verde
trasparente, dando così l’impressione che ci sia un buco. Anche questo è un
effetto low cost: l’abbiamo ottenuto semplicemente comprando del cartoncino
verde. Sembra che la bambina entri nella tv mentre in realtà entra in una
scatola di cartone verde. Il sangue era top all’amarena e top al cioccolato.
S: Anche nella costruzione dei materiali abbiamo lavorato
assieme, ad esempio abbiamo costruito da soli parti dell’attrezzatura come il
crane (la gru che sposta la telecamera nda),
o il generatore di ombre costruito coi lego technic.
C: Grazie alla postproduzione poi si riesce ad ottenere un
buon lavoro, si aggiungono gli effetti giusti per rendere il tutto non
pacchiano ma competitivo, altrimenti ci vogliono una valanga di soldi.
Quali sono state le
location?
C: La sala prove del centro giovanile, dove sono girate le
scene col cantante, la casa di Gargiulo (il chitarrista della band nda) e della
sorella (l’attrice all’inizio, la mamma della bambina nda), in cui abbiamo ambientato le scene con la bimba, e il fury a
Camazzole, che ha ospitato invece le parti col gruppo.
Vi siete occupati voi
stessi dell’allestimento delle scene?
C: In tutto quello che era la produzione, quindi anche
allestire le location, la band si è arrangiata, risparmiando quello che sarebbe
stato necessario dare ad altri per fare lo stesso lavoro.
F: Gli unici aiuti esterni sono stati Roberto Sechi per le
luci, Roberto Fiori per la fotografia, Marta Rambaldi per il trucco… oltre
naturalmente agli attori.
Avete fatto proprio tutto
autonomamente…
S: Sì, ci siamo accorti con la nostra esperienza musicale
precedente che ogni volta che affidi il tuo progetto a qualcun altro rischi di
non essere soddisfatto alla fine, rischi di non riuscire a sviluppare la tua
idea originale a pieno. Con Cristian ci è piaciuto lavorare perché siamo
riusciti a realizzare l’idea che avevamo all’inizio. Ci siamo occupati inoltre
della promozione, cioè di pubblicizzare il videoclip. Il sito del gruppo (www.nowherecrowd.com) per esempio è stato fatto da Francesco, che è un esperto del settore.
Si tratta di un mini sito cinematografico. Ci siamo creati un profilo facebook,
il myspace e ci siamo fatti i nostri contatti. Anche della grafica e dei
costumi ci siamo occupati noi.
La parola d’ordine mi
pare di capire è stata: tutto ciò che possiamo fare da soli facciamolo!
C: Certo! Il cinema, così come la musica, si possono
benissimo fare anche con pochi mezzi, bastano tanta passione e tanta voglia di
fare. E poi, al giorno d’oggi, con i passi in avanti della tecnologia e la sua
diffusione chiunque sia in grado di usare un computer può fare un sacco di
cose.
S: Con la conoscenza, con la fatica che si fa, si può
sopperire a tutto ciò che altrimenti si pagherebbe.
Quali sono i principali
riferimenti del videoclip? Da cosa siete stati influenzati?
S: Sicuramente Nightmare. Da quel film è stata presa l’idea
dell’uomo nero che aspetta la bambina, l’idea del sogno malato della bambina stessa
ed alcuni elementi che appaiono nel videoclip.
C: Per quanto riguarda me l’elemento tv è tratto dal film di
Cronenberg Videodrome: la tv intesa come ciò che ci plasma, che influisce sulle
nostre menti. La presenza della bambina poi può richiamare molti film, da
L’esorcista a Shining, a The Ring.
In quanto tempo è stato
girato il videoclip?
F: Le riprese sono state fatte in quattro giorni.
C: Siccome però si poteva girare sostanzialmente solo il
sabato e la domenica a causa degli impegni di tutti, complessivamente le
riprese son durate due mesi. Quattro giorni è comunque un tempo molto breve
rispetto a quelli soliti. In ogni location, non avendo una troupe, ci sono
un’infinità di cose da fare. Anche la preproduzione, cioè segnare cosa serve e
decidere le location, è stata fatta in quattro giorni. La postproduzione e il
montaggio li ho fatti col computer nella mia cameretta i mesi seguenti le
riprese.
S: Il tutto ha avuto inizio a Gennaio ed è finito a inizio Giugno.
Il videoclip è stato pubblicato il 21 Giugno.
Il prossimo passo?
S: La pubblicazione del video è solo l’inizio.
F: Non c’è una strada consolidata per fare promozione.
Abbiamo pensato a tutte le piattaforme di distribuzione potenzialmente
interessanti: social network, webzine (magazine on-line), giornali, radio
on-line, radio vere e proprie, tv on-line… Il nostro mercato non è nazionale,
abbiamo fatto un prodotto per l’estero. Tutte le idee che ci vengono per fare
pubblicità cerchiamo di sfruttarle. Abbiamo stampato 10000 volantini con la
locandina del video e li distribuiamo in giro.
Sul sito c’è la possibilità di scaricare delle cose in più: la versione
del pezzo non compressa, quindi di qualità superiore rispetto al formato mp3,
il video per cellulare, wallpaper… e tutto gratuito, l’unica cosa che chiediamo
in cambio è un indirizzo email per avere contatti.
Una domanda per
Cristian: quali sono le differenze maggiori tra girare un cortometraggio e un
videoclip musicale?
C: Quando inizi a fare corti la prima cosa che non hai sono
gli attori, di conseguenza non si hanno neppure i dialoghi. Perciò, siccome non
avevo la possibilità di trovare attori professionisti, ho giocato sulla musica
e sulle immagini: quindi i miei primi corti erano sostanzialmente dei clip, il
taglio era già quello dei video. Io avevo già dei videoclip in mano poiché
quando sovrapponi musica ed immagini quello che ottieni non è nient’altro che
un videoclip. I clip sono belli da fare perché non hai il problema dell’audio:
sai che sotto c’è la canzone e puoi sbizzarrirti mettendo praticamente
qualunque cosa ti venga in mente, non hai connessione audio, non ci sono i
dialoghi, è molto più semplice e molto più espressivo perché puoi metterci in
pratica di tutto. D’altra parte il videoclip sta rivoluzionando la stessa
tecnica cinematografica; ormai moltissimi film adottano il taglio e le tecniche
dei video musicali.
Progetti per il futuro?
S: Vogliamo pubblicare altri singoli, uno alla volta, sullo
stile di quanto fatto con questo primo pezzo.
F: Il prossimo step è quello di fare canzoni in modo da avere
un Ep che sarà possibile preordinare e ordinare ad un prezzo simbolico.
Rilasceremo le canzoni gratuitamente fino alla realizzazione dell’Ep; poi
quando questo sarà pronto butteremo fuori il pacchetto completo per chi è
desideroso del feticcio cd. Crediamo ormai che il cd stia per morire,
soprattutto per una band emergente non ha senso puntare su un cd.
C: Sta per essere pubblicato un cortometraggio, girato
insieme ad un ragazzo di Padova, dal titolo “La crisi”, con attori
professionisti e con una troupe vera e propria, ma anche con la partecipazione
e l’aiuto dei Nowhere Crowd (Francesco fa il fonico, Silvio ha fatto la
comparsa). È stata un’esperienza straordinaria! La mia prima esperienza professionale,
anche se sempre indipendente. Abbiamo finito le riprese, ora dobbiamo finire il
montaggio, a Settembre dovrebbe uscire. Il cinema è comunità, gente che suda e
fatica insieme, e ce n’è tantissima appassionata pronta a sacrificare tempo ed
energie per il cinema. Quando dici alla gente che fai cinema o musica o cose di
questo genere sembra che tu stia giocando, invece è lavorare sodo: per “La
crisi” abbiamo lavorato 15 ore al giorno!