martedì 14 gennaio 2014

TUTTO UN ALTRO CALCIO: MATTHIAS SINDELAR, UNA CARTAVELINA NON STRAPPATA DAL POTERE

di Roberto Pivato


Il 23 gennaio 1939 i corpi senza vita di Matthias Sindelar e della sua compagna, l’ebrea italiana Camilla Castagnola, vennero ritrovati nella casa viennese del celebre calciatore. Subito la Gestapo, con una celerità equivoca, provvide alla sepoltura e a liquidare il caso come: avvelenamento da monossido di carbonio dovuto al malfunzionamento di una stufetta. Perché abbiamo detto celerità equivoca? Perché Sindelar è uno di quegli uomini coraggiosi che hanno detto no al Terzo Reich, firmando così, con ogni probabilità, la propria condanna a morte. Il 12 marzo del ’38 la Germania nazista invade l’Austria, facendola diventare, da stato autonomo con un passato glorioso, un’anonima provincia del nuovo impero hitleriano. È l’Anschluss. Con l’annessione è destinata a terminare anche l’esistenza della nazionale austriaca di calcio, il famoso e fortissimo Wunderteam, la squadra forse più forte degli anni ’30. Prima che i migliori giocatori che la componevano venissero inglobati nella nazionale tedesca, in modo da rinforzarla in vista dei mondiali francesi di quell’anno, i gerarchi nazionalsocialisti “concedono” un’ultima partita all’Austria. Il 3 aprile, al Prater di Vienna, Austria e Germania danno vita a quella che doveva essere la resa accondiscendente, anche sul piano sportivo, della prima alla seconda. Sindelar e compagni indossano, per l’ultima volta, la maglia bianco-rossa che richiama i colori della bandiera nazionale. Il match fila via sui tranquilli binari di uno 0-0 che accontenta tutti, e soprattutto non scontenta gli invasori, quando, al 17’ della ripresa, il capitano austriaco mette a segno l’1-0 e, non contento, esulta come un pazzo sotto la tribuna dei gerarchi di Hitler. Sindelar era un attaccante di eleganza straordinaria: fisico esile, ma classe cristallina che gli meritarono il soprannome di “Mozart del calcio” e “cartavelina” (der Papierene). 


Nato in Moravia (regione dell’attuale Repubblica Ceca), si era trasferito con la famiglia povera a Vienna sin da piccolo e aveva legato il suo nome calcistico all’Austria Vienna. L’aver condotto la propria squadra a numerosi successi lo aveva reso il calciatore più celebre e amato in patria, e lo aveva al contempo fatto diventare l’oggetto dei desideri della Germania calcistica nazionalsocialista, la quale pensava, schierandolo nella propria formazione, di potersi aggiudicare il campionato del mondo del 1938. Tuttavia, dopo quel gol e quell’esultanza fuori luogo, tutti iniziarono a rendersi conto che “cartavelina” non avrebbe accettato tanto facilmente di compromettersi col Terzo Reich. A pochi minuti dalla fine arrivò anche il 2-0 austriaco: autore il terzino Karl Sesta. Il risultato non cambiò più, l’orgoglio austriaco aveva avuto la meglio sulla tracotanza tedesca. Ma non era finita: al momento dei saluti finali, dove era convenuto che si dovessero omaggiare le autorità col braccio teso, proprio i due marcatori se ne stanno con le braccia lungo il corpo. La sfida è chiara: non c’è riconoscimento e asservimento alla Germania, quei due non indosseranno mai la casacca tedesca. Infatti, nonostante le richieste pressanti dell’allenatore della selezione del Reich, Sepp Herberger (che stimava Sindelar come uomo, ancor prima che come calciatore, e che non si abbassò mai a strumento del potere), per prendere parte al mondiale con la nazionale bianco-nera, “cartavelina” rifiutò recisamente, adducendo come scusa ufficiale un acciacco al ginocchio e l’età ormai avanzata. I gerarchi dovettero però comprendere le reali motivazioni dell’asso viennese e, se non lo perseguitarono troppo pubblicamente e ferocemente, fu soltanto per la sua grande fama. Iniziarono però a far crollare tutto il mondo intorno a lui, a partire dalla sua squadra, sostanzialmente smantellata poiché buona parte della società era ebrea. Fino all’epilogo del 23 gennaio, tragico e oscuro, che pose fine all’esistenza del più grande calciatore austriaco di sempre: una cartavelina esile, ma non facilmente lacerabile. 

1 commento:

  1. il miglio panino del parco del brenta!! semplice e genuino!!! panino+pugnaletto da ceo!!! a mejo roba da fare co no te se cosa fare ;-)

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