LA LEGGENDA DI CEO
Durante la chiaccherata con Ceo e suo figlio Nano ci rendiamo
conto che tante sono state le occasioni che hanno portato il mondo esterno a
contatto con questo Luogo e i suoi patrimoni, fossero essi naturali o generati
dall’unicità di spirito di chi lo abitava e lo abita.
Non è un caso che proprio da qui prese avvio l’avventura di
Radio Riviera Brenta, proprio su uno dei garage retrostanti l’osteria c’erano
gli studi da dove partivano le voci che trasmettevano parole e musica in
libertà durante il periodo di vita dell’emittente.
A metà degli anni ’80 fu Gino Isoli a rendersi conto, dopo
aver passato tanti spensierati venerdì sera a rilassarsi al termine di una
settimana di duro lavoro, in compagnia di Ceo e dei suoi clienti, di quanto
fossero preziose le cose che lì dentro accadevano. Così nacque l’idea dei libri
che avrebbero raccolto le storielle di Ceo Pajaro.
Il primo dei tre libri (uno rosso ed uno verde stampati con
tiratura di 1000 copie ciascuno ed il terzo bianco con tiratura di 3000 copie;
si possono trovare anche in biblioteca a Carmignano, ndr) fu dell’86.
“Un’ auto veniva mandata il sabato mattina qui a prelevare
mio papà” ci racconta Nano, “lo portava da Gino Isoli che si faceva raccontare
da Ceo le sue leggendarie storielle, rigorosamente in dialetto. Veniva
registrata la voce e poi i racconti andavano sbobinati e riportati su carta sia
nella versione originale in veneto sia, a fronte, con la traduzione in
italiano. Il tutto per il divertimento di Ceo, di Gino Isoli e di tutti coloro
che avessero potuto rileggerle in futuro. Tra di loro il poeta ed editore
cittadellese Bino Rebellato, morto nel 2004, molto affezionato a Ceo Pajaro ed
alla sua osteria tanto che, se gli capitava di avere ospite qualche collega
artista, il primo posto dove li accompagnava era proprio qua da noi. Tra di
loro i più noti sono stati il poeta
Andrea Zanzotto (forse, il più grande poeta veneto del ‘900 deceduto da poco,
nell’Ottobre 2011, ndr) ed il regista Ermanno Olmi (Palma d’oro al Festival di
Cannes nel 1978 per il film ‘L’albero degli zoccoli’, ndr)”.
Ma non solo la prosa è stata la forma d’arte utilizzata dal
nostro celebre compaesano, dai suoi ricordi che abbiamo avuto il privilegio di
raccogliere, emerge chiaramente la sua passione per la musica, per la
fisarmonica soprattutto: “da giovane andavo a suonare in giro, mi chiamavano
anche per i matrimoni e ad uno di questi il padre della sposa, tenendo il
toscano in bocca mi chiese di intonare le note di ‘Bandiera rossa’ a margine
della festa. Io iniziai a suonare e dalla fisarmonica sembrava uscissero le
parole della canzone. Lui rimase incantato ad ascoltare tanto da fare un salto
così quando il toscano gli si consumò tra le labbra fino a bruciargliele”.
“Poi suonavamo durante le sere d’Estate qui di fianco
l’osteria assieme ai miei compari. La gente partiva da Carmignano portandosi la
sedia per ascoltarci. Una pasquetta, in Brenta, era stato preparato il concerto
de ‘i Moderni’, un gruppo molto famoso all’epoca che si sarebbe esibito per la
gioia dei carmignanesi. Io e i miei compari ci mettemmo a suonare davanti
all’osteria così, come facevamo sempre, e a vedere i Moderni non ci andò
nessuno: tutti si fermarono qui ad ascoltare me e i miei compari”.
TRE DOMANDE SOPRATTUTTO
“Ceo, ce la racconti la cosa più strana mai capitata qua
dentro?”
“Una? Impossibile” ci pensa un po’ su, poi ci svela: “una
volta proprio qui dove siamo seduti adesso c’era Spunton con la moglie ed il
figlioletto piccolo che dava la schiena alla finestra leggermente aperta perché
era la bella stagione. Stavano mangiando e il papà tagliò per bene la cotoletta
al figlioletto. Mentre il piccolo stava per mettersi a mangiare dalla finestra
planò una cornacchia che, senza farsi nessuna remora, mangiò un po’ alla volta
tutta la cotoletta ordinata dal del bambino che, nel frattempo, si era
rifugiato piangente sotto il tavolo”.
“Ma voi Pajaro vi sentite più di Fontaniva o di Carmignano?”
“Noi siamo di Carmignano, siamo nati, battezzati, cresimati e siamo vissuti
sempre a Carmignano. L’osteria, anche se geograficamente sotto Fontaniva, ha
sempre ospitato soprattutto carmignanesi e noi ci sentiamo cittadini di
Carmignano”.
“Nessun segreto: solo l’amore che ci si mette nel farli. L’aria del Brenta, poi, fa il resto”.
i panini de ceo pajaro i se i meio dea terra e la bottiglia de birra da 1/4 cosa disio voialtri .
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