lunedì 11 marzo 2013

THE GARDEN HOUSE


un racconto di Silva Golin
parte quarta

Trascorse un'intera settimana, Maurizio dedicava ore al progetto della casa ecologica per Fenella, la sua ignoranza in materia era sconcertante, in realtà le scelte da fare erano sensate, corrette, ma allora perchè la gente non le sapeva. Perchè questi concetti sembravano essere segreti o leggende metropolitane? Bastava digitare in qualunque motore di ricerca 'casa ecologica' e uscivano lavori, idee, portali di conversazione sul web di ogni tipo. E le persone esperte non erano affatto dei santoni, dei predicatori o dei visionari. Erano persone intelligenti, preparate e normalissime.
I dati e le scelte erano così tanti che piuttosto si trovò a fare chiarezza negli interventi che voleva seguire. Aveva una lista di domande che voleva porre a Fenella, domande che erano fondamentali, ma lui le rimandava, aveva una paura folle di ritrovarsi soprafatto dalle emozioni che aveva provato suo malgrado. Stava fuggendo, ma prima o poi la ragazza la doveva rivedere.
Il progetto proseguiva, cercando di tenere la struttura inalterata più possibile, anche perchè non poteva ampliarla a causa delle planimetrie del catasto.
Aveva anche scoperto che utilizzando energia pulita c'erano molte sovvenzioni e risparmi con la Regione.
Nei suoi appunti fu felice di notare che quasi tutta la casetta aveva per pavimento il legno, ma se fosse stato trattato con prodotti chimici avrebbe dovuto sostituirlo o rimediare in qualche modo.
Maurizio immaginava stanze dai colori naturali, dal marrone al crema, con tanta luce naturale fornita non da un mega impianto tipo stadio, ma da vetrate enormi poste su tutti i lati come una serra. A nord invece la casa sarebbe stata utile per l'utilizzo freddo, dispensa, ripostiglio ma soprattutto avrebbe fatto una cavità nel muro, munita di pompa che sarebbe diventata un frigo. Il frigorifero è l'elettrodomestico che consuma di più. E per quello che consumava Fenella immaginava che fosse più che sufficiente. Naturalmente avrebbe sfruttato il vano della finestra che era già presente e poi avrebbe fatto inserire su tutto il lato nord delle piante che avrebbero mantenuto una frescura naturale, per questo avrebbe chiesto consiglio alla padrona di casa. Per fortuna la struttura della casa era ben solida, con muri spessi che difendevano dall'inquinamento dei rumori o vibrazioni, ma sarebbe stato necessario misurare il radon, un gas radioattivo che deriva dai materiali di costruzione.
Per quanto riguarda il bagno, avrebbe utilizzato la fitodepurazione, che utilizza le piante come filtri biologici in grado di ridurre le sostanze inquinanti per depurare le acque di scarico. Le acque filtrate potrebbero successivamente essere riutilizzate per il giardino, nello scarico del wc o per lavare l'auto. Aspetta forse non ha la macchina, pensò Maurizio, era proprio da lei non saper guidare. Non si sarebbe stupito se quella strana creatura fosse andata a vivere in una grotta.
Sì, c'era molto da fare, da progettare, da decidere, ma lui ci sarebbe riuscito e restando su costi giusti decise, perchè il lavoro che stava facendo lo stava arricchendo molto professionalmente, anzi si sentiva cambiare un poco anche dentro come se misurasse le cose con un metro diverso da quello che aveva usato finora.
Una sera, non lo avrebbe mai detto a nessuno, entrò per curiosità in un negozio alimentare biologico. All'interno c'era un odore strano, come di incenso, girò tra le scansie con il suo cestino in midollino, leggendo tutte le etichette e comprò anche qualche prodotto. Capì che il filo conduttore era il riciclo, il risparmio nelle confezioni, l'utilizzo di nutrienti biologici, naturali e l'atmosfera era serena, tranquilla. Quando arrivò in cassa gli chiesero se voleva lo scatolone di cartone o la borsetta per l'umido! Fu sorpreso e infastidito per la cecità di tutta una vita passata ad ignorare di essere grato alla natura. Questo progetto lo stava cambiando profondamente e ne fu spaventato.
Una parte di lui voleva mollare tutto, fare una figura da macaco con il capo, scrivere una maledetta lettera alla dignitosissima signorina Fenella e dimenticare tutto, un'altra parte di se gli diceva che dobbiamo sbagliare per imparare, se per tutta una vita aveva commesso errori verso la natura poteva cambiare, migliorare, cercare di capire... Ma era molto difficile, sarebbe stato ancora in grado di progettare condomini che non rispettavano nessuno standard della bio-edilizia? Trovò la soluzione: avrebbe fatto un passo alla volta. Un cambiamento alla volta, forse tutto questo era nel suo destino, non poteva crollare, doveva accettare la realtà delle cose.
Finì il progetto lo fece vedere al capo e attese la sua opinione. L'architetto Magnabosco studiò a lungo i disegni, ogni tanto un sospiro segnalava il suo stato ansioso, poi disse guardando negli occhi Maurizio:
“Come sempre un lavoro preciso, intelligente e davvero buono. Un lavoro molto diverso dai nostri standard, ti ha richiesto sacrificio... ma è una splendida casa, spesa per realizzarla?”
Maurizio gli fece notare il totale sotto ai vari preventivi per le opere da realizzare.
“Mmh pensavo di più, e il tuo onorario? Non lo vedo riportato.”
“Infatti è una cosa di cui volevo parlarti, ho deciso che non costerà nulla di progettazione, questo è un lavoro fatto maledettamente bene, ma è stato utile per me, credo lo userò come esempio o come studio per altre avventure di questo tipo”, poi aggiunse un po’ riluttante “se le persone cominceranno a svegliarsi faremo più case di questo tipo”.
Il capo chiuse gli occhi come due fessure, era arrabbiato, lo si capiva. Bene Maurizio era stato sincero e coerente.
“La cliente deve ancora vederlo e approvarlo, corro da lei, ci vediamo domani”
“Ok”.
(CONTINUA)

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