di Fabio Marcolongo
Il
centro commerciale. Meta invernale/festiva prediletta dai giovani del
ventunesimo secolo.
Ma
molto spesso, all’interno della coppia, l’esperienza del centro commerciale è
vissuta in modo diverso tra uomo e donna.
RICCARDO (detto Richi)
Quando
una domenica sera prenatalizia lo vedi arrivare al bar, capisci subito. Cammina
lungo il marciapiedi con le mani in tasca, le spalle leggermente incurvate in
avanti, i capelli spettinati, gli occhi iniettati di sangue. Non pensare di
andargli incontro e di chiedergli con entusiasmo e voce squillante: “Ciao
Richi! Dove sei stato di bello oggi?”. Rischi di beccarti una testata diretta al
setto nasale. E’ meglio usare un approccio più “morbido”, accogliente (ma non
troppo).
Mi raccomando:
voce bassa, leggermente disinteressata (ma non troppo): “Ciao. Che schifo, domani
al lavoro. Oggi è stata proprio una brutta giornata per me. A te invece... ti
vedo...”.
Ecco. I
puntini di sospensione, la pausa, la tua salvezza. A questo punto ti troverai
di fronte a due alternative: se lui non concluderà la frase non azzardarti a
concluderla tu! Perché, sia che tu dica: “...ti vedo... bene”, sia se dirai: “...ti
vedo... mi sembri arrabbiato”, scatterà la suddetta testata. Quindi, con la
massima nonchalance ed indifferenza (ma non troppo) lascia cadere le tue parole nel vuoto
e offrigli immediatamente qualcosa da bere: “...ti vedo... ...spritz Aperol o
Campari? Sai che ho provato una nuova birra? Si chiama Auschwenzeit. Ne ordino un
paio?”. E ricorda: il tempismo è tutto.
Al
contrario, se la fortuna ti assisterà, la tua frase la completerà lui: (TU) “Ciao.
Che schifo, domani al lavoro. Oggi è stata proprio una brutta giornata per me. A
te invece... ti vedo...”.
(LUI): “Taci
và, siamo stati alle PIRAMIDI... io volevo partire all’una per evitare il
casino, ma la Stefy aveva parenti a pranzo.
Sono
andato a casa sua a bere il caffé... e quella sua zia romana impicciona che
parla sempre... mi ha ‘massacrato’ per più di un’ora: non stava mai zitta! Mi ha
raccontato che ha fatto fare dei lavori a casa. Ce l’aveva con gli imbianchini,
gli idraulici ed in particolar modo con gli elettricisti: gli elettricisti qua,
gli elettricisti là... e se tutti pagassero le tasse, e se i lavoratori ‘in
proprio’ fossero onesti,... Poi mi ha chiesto che lavoro faccio, e io
orgogliosamente le ho risposto: l’elettricista, ho la partita IVA. Gelo e
silenzio per trenta secondi... Alla fine,siamo partiti da Carmignano alle quattro!
Com’è la nuova birra che hanno qui? La... ahh sì, la Auschwenzeit... ordiniamo?
Due Auschwenzeit per favore...”.
Ce l’hai
fatta: hai evitato la testata. Ora, per non rompere il delicato equilibrio del
tuo amico, è importante che non lo interrompi.
Anzi,
continua a fi ssarlo dritto negli occhi e ad annuire ogni 30- 35 secondi: deve
credere che ti interessa tutto quello che ti sta raccontando.
“Ti
dicevo... siamo partiti da casa della Stefy alle quattro, siamo arrivati in
prossimità delle PIRAMIDI venti minuti dopo, ma poi... abbiamo trovato una coda
interminabile: un’ora e un quarto per trovare un parcheggio!!!”. Richi
continuerà con un interminabile monologo: racconterà che ha dovuto pagare tutti
i regali di Natale con il proprio bancomat (anche il “pensiero” per la zia
romana: un profumo di D&G da 120,00 euro); confesserà la sua paura di dover
tornare al centro commerciale il 24 dicembre; e, attraverso una serie di
creative bestemmie natalizie, sfogherà tutta la rabbia per aver trovato la sua
macchina nuova tutta ammaccata.
STEFANIA (detta Stefy)
Arriva
tardi e bacia il ‘suo LUI’ che ha appena finito di raccontare. Io Richi lo
capisco. E’ difficile dire di no quando la Stefy chiede qualcosa: è carina,
sempre
sorridente, positiva, gioiosa, ti guarda con quei suoi begli occhioni blu,
luccicanti e vivaci. Con l’entusiamo simile a quello di un criceto quando sale sulla
ruota, inizia a descrivere la meravigliosa giornata appena passata:
“Dovevamo
partire all’una, sai, Richi è sempre ansioso quando dobbiamo andare al centro commerciale.
Vuole partire presto per trovare meno gente. Ma cosa ti farà poi la gente, eh
amore? Non ti mangia mica, no? Lui la odia... e poi odia i miei parenti, ma
come faremo quando ci sposeremo?!?
Pensa
che mia zia Lella, oggi, a casa mia, l’ha intrattenuto per quasi due ore per
non farlo sentire in imbarazzo! Poi, quando siamo arrivati alle PIRAMIDI si è innervosito
per un’oretta di coda alla ricerca del parcheggio, e all’uscita si è arrabbiato
per una bottina alla macchina nuova...
Amore...
devi imparare a rilassarti, prenderla con filosofia!
E’ SOLO
una macchina, non vorrai mica diventare schiavo di un oggetto, no!?!! Devi
essere positivo, abbiamo trovato un sacco di bei regali per Natale: la borsa di
Prada per mia sorella, la macchinetta del caffé per i miei, il profumo di
D&G per la zia Lella, le pantofole per la nonna,...!
Pensa,
che io non avevo portato la carta di credito perché volevo tornare a comprare
tutti i regali la Vigilia, così facevamo un altro giro alle PIRAMIDI per respirare
questo meraviglioso clima natalizio. Invece Richi ha insistito per prenderli
tutti oggi, e si è offerto di pagare lui con il suo bancomat! Che tesoro!
Così
adesso, la Vigilia, possiamo tornare senza il pensiero dei regali, vero amore?!”
Ecco,
ripeto, io Richi lo capisco. E gli auguro di passare delle buone feste, anche
se l’altro giorno, quando l’ho rivisto, davanti ad un buona birra Auschwenzeit,
mi ha raccontato che quella maledetta domenica gli hanno clonato il bancomat.
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