L'inaugurazione del Centro Giovanile nel 1971 |
Presente e futuro di un oratorio da riscoprire
Uno degli articoli che tenne a
battesimo il primo numero di questa testata si interrogava sul futuro del
Centro Giovanile parrocchiale di Carmignano, una struttura irrinunciabile alla vita
della nostra Comunità per chi sia cresciuto in paese dagli anni settanta ad
oggi.
Nel corso delle successive uscite
di Fuori Luogo siamo tornati spesso, più o meno indirettamente sull’universo
del Centro Giovanile, per parlare di attività che al suo interno sono state
proposte ed anche (nell’ultimo numero di Settembre 2011), di attività che non
ci saranno più.
Cade proprio a fagiolo, quindi,
l’anniversario del quarantennale dall’inaugurazione del Centro, festeggiato a
fine Novembre 2011, per incontrare il Parroco Don Egidio, presente a Carmignano
ormai da tre anni, per raccogliere la sua esperienza, le sue motivazioni e la
sua filosofia nell’ambito della gestione di uno spazio fondamentale per il
paese come quello del Patronato.
“Arrivo dalla Parrocchia di
Montecchio Maggiore e, in precedenza, ho conosciuto tra le altre le Parrocchie
di Rosà e Torri di Quartesolo, tutte realtà particolari perché caratterizzate
da una forte presenza commerciale. Arrivare a Carmignano mi ha riportato vicino
alla mia realtà cittadellese, terra in cui sono nato ed ho vissuto con la mia
famiglia”. “Qui ho trovato un grande patrimonio di volontari e di disponibilità
nel partecipare alla vita della comunità cristiana”.
Non ci mettiamo molto ad arrivare
a parlare del Centro, perché l’occasione del quarantennale lo facilita ed anche
perchè sembra essere un tasto cruciale per entrambi gli interlocutori.
“Quando sono arrivato in paese mi
sono trovato di fronte alla scelta se dare precedenza agli investimenti per la
Chiesa o a quelli per il Centro e, in accordo con Consiglio Pastorale,
Consiglio Affari Economici e NOI Associazione, non abbiamo avuto dubbi nel dare
priorità a quelli per il secondo”. “Nel mio caso la scelta è stata motivata
dall’imminente anniversario del quarantennale ma anche dall’importante ruolo
che affido ai giovani all’interno della mia azione nella comunità cristiana”.
Don Egidio ci porta l’esempio
della sua precedente esperienza di Parroco in cui ha lavorato per la creazione
di spazi sportivi che fossero appetibili per i giovani e di come fosse legato
al proprietario della discoteca “Boom” che, alcuni ricorderanno, era presente
nel territorio delle Alte di Vicenza. Con lui condivideva la convinzione che
per essere accattivante verso i più giovani, un luogo deve sapersi rinnovare
ciclicamente, almeno ogni biennio, perché bisogna saper stare al passo con il
dinamismo dei ragazzi.
Con la stessa motivazione, unita
all’esigenza di adeguare in termini di normative sulla sicurezza il posto,
l’opera di Don Egidio ha investito nel Centro Giovanile, sia negli spazi
interni che in quelli esterni, dove il rinnovamento non è ancora ultimato.
Tutto è stato pensato al fine di
concedere degli spazi sicuri e rinnovati alla comunità che ora può sfruttare
l’ex atrio come sala dove festeggiare compleanni, i nuovi servizi igienici
messi a norma, nuovi serramenti ed un parco giochi esterno (dietro il Centro)
dove le famiglie possono portare i più piccoli.
Si è pensato anche alla sicurezza
in termini di ordine pubblico, ci racconta Don Egidio, recintando il parcheggio
con cancelli e dotando tutti gli spazi di telecamere in grado di riprendere
anche quando fa buio.
Gli interventi che ancora
rimangono da fare all’esterno riguardano la piattaforma retrostante il Centro
dove non troverà più spazio lo skatepark in favore di un impianto sportivo
multidisciplinare.
Proprio riguardo la questione
dello skatepark, cui abbiamo dato spazio nello scorso numero, chiediamo a Don Egidio
di approfondire la scelta fatta, risultata incomprensibile a molti ragazzi e
molti adulti che abbiamo incontrato dopo l’uscita dell’intervista
all’Associazione Zucka nel numero di Settembre.
“Quando parlo di rinnovamento
intendo anche questo”, ci spiega il Parroco, “dopo 12 anni, assieme agli altri
tre organi che gestiscono la vita della Parrocchia e del Centro Giovanile
abbiamo creduto fosse il momento di dare spazio ad altro, ad altre attività,
cambiare giro per allargare l’offerta del Patronato per i giovani”.
Ma non c’era proprio margine di
dialogo coi ragazzi che hanno gestito lo skatepark fino ad oggi? Chiediamo al
Parroco, che ci risponde: “i ragazzi dell’Associazione Zucka li ho incontrati
personalmente per spiegare che non avremmo rinnovato il comodato d’uso della
piattaforma e mi sono anche impegnato a fare loro due diverse proposte di spazi
in altri comuni in cui poter spostare le loro attività”.
“Ho concesso loro la possibilità
di fare l’ultima festa (Zucka contro tutti) nel 2010 nel parco del Centro ma la
dimensione dell’evento era già troppo grande per essere gestita in sicurezza in
quello spazio”.
Pluralità di interessi al
pubblico e sicurezza degli impianti sono state le linee che hanno guidato fin
qui l’azione di Parroco e comitati di gestione verso il rinnovamento del nostro
Centro Giovanile, priorità senz’altro condivisibili che aspettano ora il
riscontro della loro efficacia in termini di presenze e relazioni significative
che vi verranno costruite.
Riconoscendo appieno il valore
degli interventi strutturali fin qui fatti e la fortuna di avere chi se ne prende
incarico e responsabilità ci sembra doveroso sottolineare qui un concetto ben
espresso da Don Egidio anche nella prima pagina del depliant sul quarantennale
del Centro Giovanile, da poco distribuito a tutte le famiglie, che ben
sintetizza il principio che dovrebbe regolare la gestione di un luogo cardine
della vita sociale carmignanese: “l’Oratorio non è il pallino di alcuni
volenterosi che si accollano iniziative e problemi, ma investe tutta la
comunità”. Proprio per validare questa preziosa dichiarazione sarà necessario
operare in modo inclusivo per evitare il rischio che qualcuno si senta più
“investito” di altri a portare a termine questa difficile missione.
Buon lavoro a tutti!
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