mercoledì 11 giugno 2014

LOST IN TRANSLATION - Parte seconda

di GP F1


Continuazione del dialogo tra due (A e B) che abitano a Carmignano, conoscono il paese come le loro tasche ma non sanno di vivere in due epoche diverse.

N.B. Canzone consigliata durante la lettura: Piero Focaccia “Stessa spiaggia, stesso mare”

B: “Che caldo! Bagnetto e Brenta oggi? O per caso sei ancora disorientato dopo la nostra prima conversazione? Allora, che ne dici? Bagnetto o niente? ”.
A: “Non saprei, son senza bicicletta e di scarpinate a piedi non ne ho nessuna voglia. Sicuro che non si possa andare in treno pure lì? C’è poi la questione acqua……..in “busa” sarà ancora troppo fredda ed il Brenta è sempre il Brenta……….”.
B: “La Brenta, vorrai dire…….Anche qua, come di solito succede tra me e te, scatta la differenza. Una cosa, però, ci tengo a ribadirla…….di linee ferroviarie ne abbiamo due e tu devi ancora portarmi la controprova che smentisca tutto. Sei poi tu vuoi far l’ironico……Comunque….tornando al discorso di prima…….bagnetto o niente? Pensa che han pure montato il chiosco dei gelati al lido……..spettacolare!!
A: “Sorvolando la questione ferrovia barra ferrovie……..il chiosco dei gelati in “busa” non l’ho mai visto. Ma ti pare che uno si metta a vendere gelati in un posto così? Ma ancora non lo sai che adesso bisogna prendere il sole sdraiati in pendenza? Un mio amico da Sandrigo ha preso sonno dopo aver fatto il bagno e si è chiuso a fisarmonica………… ”.
B: “Questa poi……..la spiaggetta è spettacolare e con questo solleone si riempie sicuramente di gente!! Se poi rifletti un attimo……qualcosa di ingiusto questo posto ce l’ha: noi a fare il bagno e le lucertole al sole e a poche centinaia di metri camion e uomini che sudano spaccando pietre per il vaglio”.
A: “Sarà……ma di vagoni e uomini che spaccano pietre non ne ho visto neanche l’ombra…..anzi……quel palazzone senza finestre che si staglia all’orizzonte……..quello che sembra un’opera incompiuta…….è tutto fermo………..tutto arrugginito…..”.
B:”Mah, proprio non ti riesco a capire……..è tutto uno sferragliare e sgasare di camion e di uomini lì dentro……attento, io parcheggio la bici nelle vicinanze del vaglio, prendo la rincorsa e senza aspettare un attimo mi fiondo in acqua con tuffo a “clanfa”che un amico triestino mi ha insegnato…….se vuoi impararlo son lì….”.
A: “Mi ha sempre spaventato l’idea di tuffarmi in “busa”, dopo il primo metro di profondità l’acqua arriva a temperature siderali………per non parlare poi di quel colore plumbeo che assume appena il sole se ne va…….l’acqua profonda, anche se so nuotare, qualche brivido me lo regala sempre….”.
B:”Oggi non ci sono nuvole in cielo e il pericolo che l’acqua cambi colore proprio non lo vedo. E poi, altra cosa che continui a dire e che a me non piace……..sto termine che continui a usare….”busa”………sto posto è tutto tranne che una buca…………non per niente è stato soprannominato il “Lido di Carmignano”. Ci hanno addirittura scritto un articolo sul Gazzettino. Sai, con il “dancing” vicino all’acqua, anche il più scoordianto riesce in qualche passo di danza…”.
A:”Ahn…mancava pure il “dancing”………dopo il cinema, la chiesa che si è spostata, le due linee del treno, adesso anche i giornali parlano del Lido di Carmignano. Io non leggo spesso i giornali e ho la sensazione che tu mi stia prendendo in giro nuovamente……..Quando son andato l’ultima volta in “busa”…… mi son messo ad osservare………tra un bagno e un tuffo…….la zona assomiglia a tutto tranne che ad un lido. E’ un peccato perché sarebbe un laghetto fantastico se solo il livello dell’acqua fosse leggermente inferiore. Ma piano piano le cose stan migliorando…….c’è pure una ciclabile adesso!
B:”Son tutte ciclabili le strade…..ma dove vivi? Adesso mi son rotto……..ti ribadisco i miei propositi: uno, parcheggio bici al vaglio, due, denudamento e contemporanea rincorsa verso l’acqua e  per finire tre, tuffo bomba al lido……ci stai? Al limite, ci si vede nei pressi del gelataio……a dopo!!! Dai che se non hai voglia di nuotare un giro in pattino sarebbe l’ideale. Un mio amico potrebbe prestarcelo ben volentieri.”.
A:”Pattino? Vorrai dire moscone………ma che termini usi? Ma, secondo te, stiam parlando dello stesso posto? Lido di Carmignano……….come sempre, più ti parlo e più dubbi nascono………..E soprattutto, quello che più mi agita…….anche se non ci siam ancora incontrati una volta ho la netta sensazione di conoscerti da una vita………..”.

mercoledì 4 giugno 2014

TUTTO UN ALTRO CALCIO: ILUNGA MWEPU, LA FOLLE CORSA DEL LEOPARDO

di Roberto Pivato


Uno dei fermo immagine più famosi nella storia dei campionati del mondo di calcio: punizione per il Brasile quasi al limite dell’area, folta barriera dello Zaire; classica rincorsa lunga di Rivelino, specialista dei calci piazzati; fischio dell’arbitro romeno Rainea e all’improvviso un folle giocatore in maglia verde spezza prepotentemente la normalità di questa immagine calcistica. 
Questo turbatore della quiete pallonara corrisponde al nome di Ilunga Mwepu, numero due della nazionale dei “Leopardi” dello Zaire, alla loro prima e unica partecipazione mondiale. 
È il 22 giugno 1974, Gelsenkirchen, Germania Ovest. Il Brasile conduce comodamente, come da pronostico 3-0. Gli africani hanno già perso le precedenti due partite: onorevole 2-0 con la Scozia, umiliante 9-0 contro la Jugoslavia. La gara si avvia stancamente alla fine, mancano circa dieci minuti. Mwepu, dimentico di ogni buon senso, in preda ad un raptus di follia calcistica, scatta dalla barriera e va a dare un calcione al pallone che doveva essere invece calciato dai sudamericani. Lo stupore e l’ilarità per questo gesto sono generali. Perfino i calciatori carioca stentano a non ridere in faccia ai loro sprovveduti avversari. Il difensore viene ammonito, la punizione ribattuta senza esito e il match si conclude 3-0. 

Il fotogramma della punizione

Poteva andare molto peggio allo Zaire, si penserà. In realtà sarebbe bastato andasse peggio soltanto di una rete. La verità riguardo quel gesto apparentemente insensato era, contrariamente, molto amara e drammatica. 
Nello Zaire (l’attuale Repubblica Democratica del Congo per intenderci) regnava da anni Mobutu, un dittatore spietato che dei successi dei  verdi “Leopardi” aveva fatto un simbolo del suo regime. Lo stesso Ilunga ha rivelato come lui e i suoi compagni, convinti inizialmente di ottenere fama e ricchezza per la loro storica partecipazione iridata, dopo la batosta con gli slavi vennero minacciati dai sicari di Mobutu: se avessero perso con più di tre reti di scarto contro il Brasile non sarebbero più tornati a casa. Quel gesto, visto sotto questa luce, non fa più così ridere. 
Il terrore si era impossessato di Mwepu. 
Quella punizione era una concreta possibilità di cadere nel baratro. Cosa fare? Ora tutti ricordano lo Zaire per quel fatto curioso, ma voi cosa avreste fatto al posto del povero Ilunga: vi sareste fatti deridere da tutto il mondo o avreste preferito rischiare la pelle per un gol subito?