lunedì 10 gennaio 2011

L'ARIA DI CARMIGNANO


Un respiro profondo e l’aria entra, lentamente, dal naso.
Un leggero pizzichìo inonda le narici e immediatamente il carmignanese capisce di essere arrivato a casa.
Inspira ancora, profondamente,
sembra quasi di sentire il rumore, sembra di vedere... una stalla... e tanti, tanti, tanti maiali che,
allegri, grugniscono e si urtano, in una tacita ed istintiva competizione, che spinge ognuno di loro a
riempire il più possibile il proprio avaro stomaco.
L’immagine si dissolve e appare il cartello stradale“Carmignano di Brenta”.
All’inizio la puzza può dar fastidio, poi ci si abitua.
Alla fine ci si affeziona.
Oramai è un tratto distintivo del paese: chi vive a Spessa e soprattutto in Viale Europa, dopo tanti anni, non ne potrebbe più fare a meno; chi vive ai Boschi vorrebbe che si aprisse un allevamento di maiali in zona “Céo Pajaro”.
L’esperto carmignanese, durante l’ultimo mese, si era sottoposto ad un durissimo allenamento fisico, tipo
quello di Rocky quando si preparava ad affrontare il terribile Ivan Drago. A differenza di Rocky, però, non
andò in montagna, ma in un allevamento di maiali. Infatti, puzzava tantissimo quando
partì con uno zaino carico di 50 litri di pipì di suino, accompagnato dai suoi tredici maiali più grassi.
Non si ebbero più notizie di lui fino a due settimane più tardi, quando i corpi di ben
dieci sirene del Brenta furono ritrovati incastrati nella diga di Carturo. L’autopsia rivelò che erano morte per aver ingerito troppa carne di maiale. L’esperto carmignanese era stato più astuto di loro.
Fu lui stesso a narrare la sua avventura qualche giorno più tardi, quando ritornò in paese, più puzzolente che mai. Aveva attirato le sirene del Brenta a lui (essendo un giovane e prestante uomo), ma le aveva tenute a debita distanza grazie alla puzza di pipì di suino. A quel punto, aveva iniziato a macellare i
maiali e, sfruttando le sue note abilità persuasive, aveva convinto le sirene del Brenta ad assaggiare la
carne di maiale. Inoltre, egli spiegò loro, con complesse formule fisiche, quanto i maiali fossero simili ai giovani uomini.
Le sirene del Brenta caddero nella trappola e apprezzarono talmente tanto la carne di maiale da
ingozzarsi fino a morire per eccesso di colesterolo!
Questo mi raccontò il saggio Bepi Bueo, facendomi capire come la tradizione di avere una certa puzza di maiali, a Carmignano di Brenta, sia legata a questa importante e
leggendaria vicenda storica.
Carmignano di Brenta non sarebbe Carmignano di Brenta senza quest’aria, del resto, del maiale, si sa, non si butta via niente, nemmeno l’odore!

L'EDITORIALE




Volenti o nolenti ci troviamo a cavallo di una situazione socio-economica nazionale molto difficile che porta inevitabilmente a porsi domande e spesso a ricollocarsi rispetto ad idee ed opinioni precedenti che vengono continuamente smentite o, peggio ancora, tradite.
In questa marea di promesse e ricatti trova linfa una politica poco fantasiosa che lascia spazio a modesti funzionari mercenari che cercano di ricavare il maggior premio, non nell’ottica del bene comune, ma di quello strettamente personale.
Carmignano si distingue invece per una lettura del tutto differente della questione; una codifica che potremmo definire senz’altro schizofrenica nella forma quanto potenzialmente originale nella sintesi.
Ci troviamo infatti stretti tra due concetti molto di moda anche se non proprio freschissimi come origine: il concetto di nazione e quello di secessione.
Nell’ultima occasione in cui siamo stati chiamati alle urne (poco meno di un anno fa) il paese è sembrato scindersi non più tra destra, centro e sinistra ma sull’asse bianco-verde che divide l’UDC (che non perde occasione di fare riferimenti forti all’idea di nazione) dalla Lega Nord (che da anni ormai si muove sul filo che separa federalismo da secessione).
Alle elezioni del Consiglio Regionale la sfida si è risolta a favore delle verdi camice federal-secessioniste che hanno sfiorato un lusinghiero 37% delle preferenze paesane rispetto al 23% delle bianche felpe con zip depoliane. Quest’ultime, peraltro, si sono rifatte con gli interessi alle contemporanee elezioni amministrative comunali in cui le truppe di Carmignano Positiva (lista civica marcatamente centrista) hanno surclassato quelle federaliste (che comprendeva, tra l’altro, sia Lega che PDL) raggiungendo più del triplo dei loro voti (59% contro 17%).
Non servirà un’analisi particolarmente approfondita per ipotizzare una sindrome bipolare in più di un carmignanese che, nel segreto della propria cabina, avrà votato col verde in una scheda e col bianco nell’altra.
Anticipando i tempi, il laboratorio politico carmignanese ha fornito un chiaro esempio di che cosa diverrà presto post-qualcosa. Se dalla fine degli anni ‘80, con la caduta dei regimi comunisti, siamo diventati post-ideologici; se dalla metà degli anni ’90, con lo scoppio di tangentopoli, siamo divenuti post-prima repubblica, alla fine degli anni ’00 i carmignanesi, per primi, si svincolano dalle vecchie etichette e si proclamano post-geografici, per un’Italia in cui i confini e le relative competenze politiche non sono più motivo di divisione elettorale ma aiutano tantissimo nel capire quale colore ci veste meglio in ogni stagione!
Troverete questo primo numero del secondo anno di Fuori Luogo più leggero. Solo quattro pagine come non accadeva dal numero di Marzo 2010: non una scelta ma una necessità che viene da alcuni imprevisti logistici che speriamo di essere più bravi a prevenire in futuro.
Lasciatevi augurare un brillante 2011 e vi lasciamo alla lettura.