di Beniamino Fortunato
Necati Yildizdal (il nome si legge Negiati) arriva in Italia per raggiungere i suoi fratelli che da anni lavorano a Como: un fratello ha scelto la strada dell’edilizia e lavora oggi come capocantiere, gli altri quella del commercio, uno possiede una macelleria, un altro lavora in un ristorante, lui li raggiunge dalla Turchia e quando un cugino presenta loro la possibilità di acquisire l’attività di un Doner Kebap a Carmignano di Brenta tocca a lui rimboccarsi le maniche e partire con questa attività imprenditoriale.
Dicci un po’ di te Necati, raccontati… vengo da Ankara e sono nato il 4 aprile del 1983. Ankara è la capitale della Turchia anche se non è la città più popolata perché Istanbul possiede 4 volte tanto i suoi residenti (oltre 13 milioni contro i 4,4 milioni di Ankara ndr), la città trabocca di storia ed è sede delle maggiori istituzioni politiche nazionali.
E la tua famiglia? sono sposato, e con mia moglie abbiamo due figli di 3 e 7 anni, loro vivono ad Ankara. Entrambi i miei figli parlano sia il turco che l’italiano perchè spesso vengono a trovarmi per lunghi periodi ed il più grande ha frequentato parte del suo percorso scolastico in Italia. Quando non vengono loro sono io che torno in Turchia e sto con loro per qualche settimana lasciando momentaneamente l’attività di Carmignano ad un mio parente.
Se dovessi promuovere i tuoi Kebap come li descriveresti? lascio che a farlo siano i miei clienti che riconoscono spesso il piacere di mangiare un Kebap da me; ogni settimana ne vengono mangiati circa 250 e sono felice di aver stretto buoni rapporti con molti dei miei clienti, dagli operai che lavorano nei turni notturni a cui periodicamente recapito un Kebap come spuntino di mezzanotte, fino ad uno dei miei clienti più affezionati che ci ha lasciato solo qualche mese fa alla veneranda età di 95 anni e che non perdeva mai il suo appuntamento settimanale con un pasto qui da me!
Quando ti manca la Turchia cosa fai? se non ho in programma di tornarci a breve vado con gli occhi alle foto che mi ha portato un caro amico carmignanese innamorato del mio paese. Di ritorno da uno dei suoi viaggi turchi mi regalò alcuni scatti portati da lì che ho appeso al muro del mio locale e che sono diventati il mio momento di evasione in caso di nostalgia.