venerdì 28 novembre 2014

UN PAESE IN PARTICOLARE - 3 - LA SOLUZIONE

di GP F1

Dobbiamo ammettere che la filastrocca lasciava poche possibilità di errore questa volta, tuttavia un grande complimento a chi è stata la più veloce a risolvere il quiz: SILVIA


Non pensiate che ci faremo travolgere dalla festosa atmosfera natalizia, il prossimo quiz sarà una sfida per palati finissimi...

martedì 25 novembre 2014

UN PAESE IN PARTICOLARE - 3

di GP F1

Salve a tutti!! Ritorna il nostro famoso quiz con la terza foto misteriosa.  La domanda  è sempre la stessa……. di che cosa o di che luogo stiamo parlando? La filastrocca contiene dei grossissimi aiuti!!

Aguzzate la vista e date sfogo al vostro ingegno
Questo gioco non richiede chissà quale impegno
Ormai più nessun mi usa
Ma di bimbi ne  vedo che corron alla rinfusa
Il carbone però che portava la befana
Me lo mangiavo per correr un’intera settimana
Quando lavoravo ero sempre in viaggio
Ed aiutavo chiunque avesse bisogno di un passaggio


A Venerdì per la soluzione e ricordate che vincerà soltanto chi darà per primo la risposta esatta tra i commenti al post.
In bocca al lupo!

mercoledì 19 novembre 2014

B B

di GP F1



Vince non si aspettava di essere scaricato dai responsabili di produzione di “X-files” dopo soli due anni di assidua collaborazione. Disoccupato ma sempre speranzoso che le cose girino per il meglio, Vince abbatte la frustrazione confrontandosi con un amico sceneggiatore che come lui, a corto di idee, si trastulla attendendo l’onda perfetta. E’ proprio dopo una telefonata tra i due che in Vince scocca la scintilla della creazione. In base a ciò che veniva descritto in un articolo di cronaca del New York Times, un ragazzo si divertiva a cucinare metanfetamine nel retro di un furgoncino di sua proprietà scorazzando allegramente per tutto il quartiere senza alimentare alcun tipo di sospetto. Da questo singolare reportage, Vince elabora il soggetto di una serie televisiva che, partita in sordina e senza molte speranze di successo, è stata venduta e vista in tutto il mondo. Vince fa Gilligan di cognome ed è il primo produttore nonché ideatore di “Breaking Bad”. Il titolo, nella sua traduzione letterale, contiene già un indizio su ciò che la serie racconta e sviluppa nel corso delle cinque stagioni che la compongono. Breaking Bad significa sbroccare, sclerare, sbandare, deviare da un percorso prescritto e preordinato. Due parole accomunate dalla stessa iniziale che, se unite, amplificano il loro significato negativo. Mai titolo fu così ben studiato! Qua vi consiglio, se avete youtube a portata di mano o qualsiasi altro tipo supporto di proseguire nella lettura (sempre se vi va) ascoltando “No surprises” dei Radiohead. Entriamo quindi nella storia di Breaking Bad tenendo ben presente che voglio incuriosire e non suggerire, stimolare il giusto e non anticipare troppo.


Walter White è un anonimo insegnante di chimica ad Albuquerque, in Nuovo Messico. La sua è una famiglia immersa in una realtà piccolo borghese in cui prevalgono la monotonia e la ripetitività quotidiana. Walter è padre di un figlio disabile che si chiama come lui, la moglie Skyler aspetta il secondo figlio ma nulla sembra scalfire questo perfetto equilibrio familiare. Per arrotondare le entrate e garantire una vita quantomeno normale a tutta la famiglia, Walter, durante i pomeriggi non occupati dalla sua attività d’insegnamento, lavora ad un autolavaggio posseduto e gestito da un uomo scontroso e burbero che molto spesso minaccia in maniera subdola i suoi dipendenti. La vita di Walter si sta trascinando avanti lenta e noiosa: a scuola gli studenti non lo degnano di attenzione, all’autolavaggio deve sottostare a svilenti e snervanti rimbrotti da parte del titolare. La sua unica oasi serena è la famiglia. Walter intrattiene un rapporto molto stretto e diretto con i cognati: Marie, la sorella di Skyler ed il marito Hank Schrader. Nulla può turbare la frustrante realtà in cui Walt è immerso. Ma il fattore che scatena una irrefrenabile marea arriva in modo inaspettato e subdolo.
Un tumore ai polmoni. Walt ricorre a tutto il suo self-control per assorbire la notizia stordente che lo riguarda in prima persona. Un cancro, una malattia incurabile che può mettere fine alla sua esistenza e creare un trauma irrisolvibile all’interno di una famiglia fin lì già provata da piccole difficoltà economiche. Walt si trova con le spalle al muro. Il suo orgoglio e la sua forza di volontà contrastano con l’amara realtà. La cura prevede il pagamento di un ingente somma di denaro che Walter non ha a disposizione. Si parla di migliaia di dollari. Confessare alla famiglia l’arrivo di questa terribile malattia getterebbe nello sconforto e nella più totale disperazione sia il figlio sia la moglie che deve proseguire serena la sua gravidanza – ora vi consiglio di leggere ascoltando “Venus in Furs” dei Velvet Underground –


Che fare? Intanto tacere, poi l’idea buona spunta sempre. Walter è squassato da un turbine di stati d’animo e di emozioni; non gli resta molto da vivere stando alle parole dei medici ed alla diagnosi che gli hanno prospettato. Decide quindi di oltrepassare la legge e varcare la linea dell’illegalità. E’ un chimico, le formule sono il suo pane quotidiano. In che modo la chimica può aiutarlo evitandogli fatiche e grattacapi? Cucinando anfetamine e rivendendole. Semplice. Scontato. Rischiosissimo però. Walter è come se si trovasse davanti ad una roulette e conoscesse già i numeri che la pallina sceglierà. La formula per la cottura la conosce, i componenti ed il loro dosaggio pure. Ma come fare per agire in perfetto anonimato? Come nascondere tutto agli occhi della famiglia? Come celare il suo proposito al cognato poliziotto e specialista in retate antidroga? Essere in Nuovo Messico, poi, è un’arma a doppio taglio. Lo stato è un territorio di confine, è costantemente sotto l’attento controllo della polizia ed il cognato Hank ne è la prova tangibile. Che rapporto ha Walter con la sua disperazione? Essere con le spalle al muro annebbia la sua lucidità? O accade il contrario? Walter inizia un percorso di trasformazione irrefrenabile. Visti i tanti ostacoli da evitare Walter cerca un compagno di avventure, vuole in qualche modo condividere lo sforzo con qualcuno che ha già le mani in pasta. Jesse Pinkman è un pesce piccolo o, dall’opposto punto di vista, un’esca da appendere all’amo; nullafacente, Jesse spaccia piccole dosi di droga sintetica e cerca di cucinarla senza grossi risultati. Il prodotto che offre alla sua clientela è molto scadente e la sua cerchia di amici non è altro che una banda di fusi di testa. Jesse è un ex studente di Walter. Questo può tornare utile al professore di chimica. Un ex studente che diventa di nuovo l’allievo davanti al maestro. La cattedra, però, è sostituita da un bancone di chimica. La classe non è più all’interno di un complesso scolastico ma dentro ad un caravan di terza mano nel quale le vite di Walt e Jesse non saranno più le stesse. Entrambi entrano in una spirale vorticosa di eventi dalla quale non saranno più in grado di divincolarsi. Le metanfetamine che producono sono diamanti, la loro purezza ed i loro effetti sono imbattibili. Walter il chimico, Jesse lo scapestrato. I due si completano o meglio si sostengono.
Breaking Bad non è solo la celebrazione di una traformazione. E’ anche un ipotetico viaggio da A a B durante il quale, però, il conducente guida sempre (volontariamente?) in contromano. 
Ma quanto ci metterà ad accorgersene?

giovedì 13 novembre 2014

TUTTO UN ALTRO CALCIO: STAN CULLIS, IN PANCHINA MA INTEGRO

di Roberto Pivato



Quando l’ambasciatore inglese in Germania, Sir Neville Henderson, comunicò al segretario della Federazione Calcistica inglese, Stanley Rous, la volontà espressa dal Primo Ministro in persona, Arthur Neville Chamberlain, di far fare il saluto nazista ai propri calciatori schierati al centro dell’Olympiastadion di Berlino, qualcuno fece le proprie rimostranze. 
Non fu l’allenatore Tom Whittaker, uno che poi partecipò come pilota dell’aeronautica britannica al D-Day ricevendo anche una medaglia al valore; né il capitano Eddie Hapgood, che pure nella sia autobiografia descriverà quel momento come il più vergognoso della sua vita; né tantomeno il giocatore più rappresentativo della nazionale di Sua Maestà, il celeberrimo Stanley Matthews. Nessuno di loro ebbe il coraggio di rifiutare, o forse semplicemente la percezione di avvallare con quel gesto un regime dittatoriale che già aveva iniziato a mostrare il suo volto più crudele (l’Anschluss austriaca era cosa fresca di due mesi appena), ma che ancora doveva gettare l’Europa e il mondo intero nel baratro della seconda guerra mondiale. 
Soltanto un giocatore inglese non volle alzare il suo braccio destro e stendere la mano ben ferma e aperta di fronte ai 105000 presenti allo stadio, tra cui i gerarchi Hermann Goering, Rudolf Hess e Jospeh Goebbels (il Führer era ancora in visita in Italia a Mussolini): si trattava di Stanley Cullis, l’arcigno difensore del Wolverhampton, nemmeno ventiduenne, alla sua quinta convocazione in nazionale. 
Quel 14 maggio del ’38 “Stan” doveva essere tra gli undici titolari, ma il suo braccio lungo il fianco avrebbe di certo stonato vicino a quelli ben eretti dei suoi compagni. Uno sgarbo che non era il caso di fare al paese ospitante, che sarebbe stato sicuramente interpretato male e avrebbe inclinato i già difficili rapporti col regime di Hitler. Così Cullis finì in panchina, libero di tenere le braccia come più desiderava mentre osservava i suoi compagni vincere piuttosto nettamente 3-6. 


Non dev’essere stato facile per un giovanotto esuberante e ad inizio carriera rinunciare a quel match, amichevole sì, ma comunque di prestigio. Tanto più che il destino gli fece perdere gli anni migliori della sua carriera proprio a causa del conflitto bellico. Le sue presenze con la maglia dell’Inghilterra, alla fine, saranno soltanto dodici, con la soddisfazione però di essere stato il più giovane capitano della nazionale dei Tre Leoni, in occasione dell’ultima gara da lui giocata, in Romania il 24 maggio del ’39. Cullis è poi diventato una leggenda del Wolverhampton, formazione nella quale ha militato praticamente per tutta la carriera, non riuscendo, anche in questo caso beffardamente, a vincere nulla, visti i soventi secondi posti. Se non altro si rifece da allenatore, sempre dei Wanderers. Altri presenti con lui a Berlino quel 14 maggio, anche se col braccio alzato, hanno sicuramente contato di più nel panorama calcistico britannico. 
Stanley, tuttavia, non ha mai dovuto fare i conti con la propria coscienza per quel giorno di primavera poco prima che il mondo cambiasse per sempre.

mercoledì 5 novembre 2014

UNITED IN DIVERSITY

di Beniamino Fortunato

Il malcelato invito che dal governo centrale giunge da qualche anno alle amministrazioni locali è quello di tentare tutti i sistemi possibili per ridurre i propri costi di gestione, incidendo così sempre meno sulla spesa pubblica, uno dei talloni d'achille di questo paese che tenta con affanno una via per rimanere agganciato all'Europa ed ai paesi economicamente di fascia più alta.

Tra le molte strade percorribili alcuni piccoli comuni hanno tentato, o stanno tentando, di rispondere in maniera creativa a questa nuova esigenza unendosi, sfidando l'imperante cultura del campanile a favore delle esigenze dei bilanci comunali.

Fuori Luogo raccoglie la sfida e prova in questo post a prevedere tre possibili soluzioni aggregative per Carmignano con i paesi padovani limitrofi, valutando benefici e criticità di ognuna delle tre proposte e rimettendo la scelta finale ai propri lungimiranti lettori.



Nuovo comune derivante dalla fusione di Carmignano e San Pietro in Gù

Abitanti: 12.200
Superficie territoriale: 32 km quadrati

Benefici: 
-Oltre alla non trascurabile dote della piscina che i guadensi porterebbero con sé, è importante segnalare come l'allargamento del confine tra Padova e Vicenza e l'allargamento della minaccia di cambiare provincia, aumenterebbe di molto il potere contrattualistico del nuovo comune verso Palazzo Santo Stefano. 
Ciò potrebbe rivelarsi strategico per ottenere benefici insperati dai singoli comuni (come vi suona il "Nuovo Ospedale di Spessa"?). 

Possibili punti deboli:
-Prima di tutto l'orgoglio. Sappiamo tutti come lo sport nazionale di entrambi i comuni sia quello di farsi belli nei confronti dei cugini confinanti: "nialtri ghemo a fermata dea Sita", "nialtri ghemo a ciesa col campanìe", "nialtri ghemo un muccio de rotonde", "nialtri ghemo el tabachìn nea stassiòn dei treni"... questioni ancestrali difficili da sradicare per costruire un popolo unito.  



Nuovo comune derivante dalla fusione di Carmignano e Fontaniva

Abitanti: 15.900
Superficie territoriale: 35,3 km quadrati

Benefici: 
-Finalmente un comune con le mani su entrambe le sponde del fiume Brenta che potrebbe sfruttare questo vantaggio geografico ponendo vantaggiosi dazi sul trasporto su gomma lungo il ponte e sul trasposto su remo via acqua.
-Unificazione del quartiere Boschi e fine delle secolari lotte tra Boschi est e Boschi ovest con seguente riunificazione delle famiglie divise da un segnale imposto dalla mappa stradale.

Possibili punti deboli:
-Tutti conosciamo la vicinanza culturale tra Fontaniva e Cittadella e come l'establishment fontanivese spinga da sempre in favore del rafforzamento dei rapporti coi cugini murati a scapito dei vicini d'oltrebrenta. L'unione con Carmignano potrebbe rivelarsi, a lungo andare, una fusione a freddo con moti clandestini che troverebbero terreno fertile dal bosco dei baini fino alla brenta del belgio.     



Nuovo comune derivante dalla fusione di Carmignano, Gazzo e Grantorto

Abitanti: 16.600
Superficie territoriale: 51,5 km quadrati

Benefici:
-Questo nuovo imponente comune diventerebbe di colpo il 10° più popoloso della provincia di Padova e il 3° più esteso per superficie.
-Con 11 sagre paesane distribuite nel corso dell'anno, una fiera franca, un' estate carazzortese in piazza e svariate rievocazioni venete, si farebbe largo quale capitale euganea del gusto e dell'intrattenimento!
-I risparmi si farebbero subito sentire grazie alla fusione degli uffici comunali ed ai tagli dei costi degli amministratori. Carazzorto sarebbe probabilmente la risposta più efficiente al taglio dei costi della spesa pubblica!   

Possibili punti deboli: 
-Su tutti l'unione linguistica: sappiamo come sia difficile mettere attorno a un tavolo un carmignanese un grantortese e un gazzense sperando che, parlando ognuno il proprio idioma, possano giungere ad un accordo senza sconfinare nella blasfemia.
-Il problema si estende alla segnaletica stradale: se a Carmignano il segnale che indica di fermarsi ad un incrocio è lo "STOP" i nostri cugini d'oltre cavalcavia ricorrono da sempre al ben più pratico "AO", ciò risulterebbe un costo per la standardizzazione della segnaletica e l'aggiornamento dei corsi di scuola guida.