domenica 30 marzo 2014

FINALMENTE ABBIAMO LA PISCINA!

di Beniamino Fortunato


Sembrava ormai una chimera, la solita promessa pre-elettorale che svaniva nel tempo di un' Estate Carmignanese, ma adesso l'attesa è finita: abbiamo finalmente una piscina in paese!

Certo bisogna dire che non è stato facile, abbiamo dovuto impiegare una certa dose di energie nello studiare il piano che avrebbe rinfrescato le nostre giornate afose, ma la perseveranza ed un'astuta intuizione del nostro ufficio marketing ha reso possibile ciò che sembrava inafferrabile.
E dire che il piano non è stato nemmeno tanto complesso, è bastato soltanto cambiare il punto di vista: invece di un progetto ingegneristico è stato un progetto culturale a risolvere il nostro problema. Un progetto tanto diabolico quanto invisibile che ha progressivamente portato i nostri vicini guadensi a non essere più guadensi quanto la Turatea, bensì carmignanesi quanto è carmignanese la Bottega di Renato!

In sostanza l'attività si è compiuta all'inizio veicolando un nuovo linguaggio: quelli che erano conosciuti come i macachi arancioni mangia punti della patente sono diventati più carmignanistical correct dei dissuasori di velocità, elevandoli così dal rango di castigo punitivo a promotori della salute dell'automobilista. A questo cambio di paradigma lessicale già i primi abitanti delle Barche avevano ceduto alla nuova appartenenza; mancavano da convincere ancora i guadensi più centrali e quelli di Albereria.
A questo punto il passaggio successivo è stato, se possibile, ancora più fine. Il confine tra San Pietro in Gù e Carmignano non è mai stato così visibile da quando la loro nuova avveniristica pista ciclabile lungo la Postumia vecchia si conclude con arrogante supponenza proprio sul limite dove la mappa catastale segnava (ora non segna più) il confine tra i due comuni. E' stato necessario interpellare un esperto di confinologia dal nuovo impero russo, ma alla fine anche questa barriera è diventata un vecchio ricordo: da pista ciclabile a balcone fiorito la differenza la fa' qualche vaso di geranio, ed ecco che la loro tanto decantata avveniristica pista ciclabile è diventata nel breve giro di una nottata un avveniristico balcone fiorito riducendo al lumicino le speranze dei pochi indipendentisti guadensi rimasti. 
A questo punto il colpo di fioretto finale: potente come una palla chiodata e velenoso come l'arsenico: abbiamo tirato fuori i botti!
Si proprio i fuochi d'artificio che risuonano come il più dolce dei carillon nei cuori di un vero carmignanese: è bastato cambiarne di un niente la traiettoria verso Ovest ed ecco che queste magiche stelline colorate sono andate ad illuminare le fredde e buie nottate dei nostri nuovi compaesani facendo crollare le loro residue difese già fortemente compromesse.

San Pietro in Gù è Carmignano di Brenta, l'irreversibile annessione è stata compiuta e non dovremo mai più cambiare di paese per fare un tuffo a bomba nei sabato pomeriggio estivi!    

martedì 25 marzo 2014

TUTTO UN ALTRO CALCIO: SÓCRATES, LA DEMOCRAZIA NEL PALLONE

di Roberto Pivato


Nel 1982 il Brasile è governato da una dittatura ormai da quasi vent’anni. A San Paolo c’è una squadra di calcio, fondata ad inizio ‘900 da operai, che fin’ora è rimasta pressoché nell’anonimato, a causa dei scarsi risultati ottenuti sul campo: il Corinthians. In quello stesso 1982 Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, per tutti semplicemente e solamente Sócrates, è un ragazzo di 28 anni, un campione noto a tutti per le sue straordinarie doti coi piedi, ma dotato anche di un’intelligenza acuta e di un non comune senso sociale nell’ambito calcistico. 
D’altra parte quando si ha un nome così impegnativo, che il padre gli diede dopo la lettura de La Repubblica di Platone, è destino che non si debba essere una persona qualunque. Soprannominato il “Magro” (per la sua corporatura alta e smilza), oppure il “Dottore” (per la sua laurea in medicina), Sócrates è un talento purissimo, un calciatore dotato di infinita intelligenza tattica, visione di gioco e abilità tecnica (un altro suo nomignolo era “il tacco di Dio”, a causa della sua predilezione per questo tipo di giocata spettacolare). 
È però anche un personaggio piuttosto controverso ed eccentrico: look che non passa certo inosservato, con capelli lunghi e folta barba; tendenze politiche di sinistra ampiamente dichiarate; poca tolleranza per la dittatura e per la vita professionale di un calciatore brasiliano dell’epoca. 
Tutto questo è Sócrates, il quale rimane, tuttavia, un idolo indiscusso del popolo carioca: il capitano della nazionale forse più spettacolare, ma non vincente, di tutti i tempi. Ai mondiali del 1982 i verde-oro, infatti, vengono fatti fuori dalla ben più concreta Italia, mentre in Copa America avevano racimolato un terzo posto nel ’79 e nell’ ’83 finiranno secondi. La rivincita “socratica” andrà però ben oltre l’aspetto puramente sportivo. Nel 1982 il “Dottore”, assieme ad altri compagni del Corinthians quali Wladimir e Casagrande, rifiutano l’autorità dell’allenatore e danno vita ad una sorta di autogestione interna: è l’inizio della “Democrazia Corinthiana”. 


Tutte le decisioni riguardanti la squadra (tattica, formazioni, allenamenti…) vengono prese in assemblee in cui il parere di ciascuno ha lo stesso potere (dal magazziniere al capitano), secondo il principio per cui: «una testa, un voto». In tal modo vengono presi provvedimenti scandalosi per la consuetudine calcistica brasiliana dell’epoca: niente ritiri, poiché portano sfiducia nel calciatore che avverte di dover essere controllato; possibilità di personalizzare le magliette bianco-nere di gioco con scritte che sveglino le coscienze sociali dei tifosi (la più famosa delle quali era la semplice: «Democracia», cioè «Democrazia»), o entrare in campo sostenendo uno striscione con scritto lo slogan: «Ganhar ou perder, mas sempre com democracia» («Vincere o perdere, ma sempre con democrazia»). 
Sembra una pazzia, eppure ha tantissimo successo tra il pubblico. Il Corinthians, da squadra mediocre e per lo più perdente, diventa un simbolo in tutto il paese e riesce perfino ad aggiudicarsi due campionati paulisti consecutivi (1982 e ’83). L’esperienza della “Democrazia Corinthiana” dura solo un altro anno, mentre la dittatura in Brasile cadrà definitivamente soltanto nel 1989. Certamente, però, l’esperienza innovativa di Sócrates e compagni ha contribuito affinché questo potesse accadere ed è stato certamente il più grande successo del “Dottore” il quale, al contrario, finirà tristemente la sua carriera (disputando anche una stagione deludente in Italia tra le fila della Fiorentina) e poi morirà, nel dicembre del 2011, per i suoi eccessi alcolici. Ma crediamo che per lui, il quale soleva dire che «essere campione è un dettaglio» rispetto ad essere un uomo, la democrazia in campo e fuori sia stata la soddisfazione che vale una vita.

lunedì 17 marzo 2014

RUNNING - 1° Step: L’iniziazione

di Fabio Marcolongo


Arrivato ad una certa età devi deciderti a fare delle scelte drastiche. Non puoi più rimandare. Ti rendi conto che la tua vita scorre veloce e devi assolutamente fare qualcosa. Sono davanti allo specchio, mi sto guardando dritto negli occhi e, con tutto il carisma di cui la natura mi ha dotato mi dico: Sei alla soglia dei 35 anni. Devi andare a correre.

Dopo due mesi di perplessità ed indecisione dovuti al fatto che l’idea di “andare a correre” mi faceva stancare, torno davanti allo specchio e guardandomi dritto negli occhi mi dico: ≪Non puoi mentire a te stesso. È vero, correre stanca. Meglio se fai running≫.
La vecchi tecnica dell’uomo di marketing (tutt’oggi adottata da molti politici e da molti manager) funziona sempre. Essa consiste nel cambiare il nome alle cose, ridefinirle, trasformando un concetto negativo in un concetto positivo. Per esempio, la “benzina verde” ci dà l’idea di qualcosa di pulito, che non inquina, perché il verde è il colore del benessere, dell’erba dei prati,...; oppure il famoso “ridimensionamento del personale”... che cosa significa? Che siccome si cambia sede, i soffitti sono più alti, c’è più spazio, allora bisogna “ridimensionare” i dipendenti facendoli diventare più grandi? No. Sappiamo tutti cosa vuol dire, ma “ridimensionamento” ha comunque un suono più piacevole dell’altra parola.
Insomma l’idea di fare running è molto più stimolante di quella di “andare a correre”, ma richiede un’attenta preparazione: l’ho letto su un sito. Non posso mica fare running senza un abbigliamento adeguato e buon paio di scarpe. Poi bisogna capire come si fa, nel senso che fare running è una piccola arte, non è che corri e basta.  C’è da valutare se fai un allenamento sulla distanza o sul tempo, devi capire la progressione delle sessioni di allenamento; poi devi avere la palylist giusta, che ti “accompagna” e ti dà il ritmo. Ovviamente dovrò comprare anche l’iPod, altrimenti dove la metto la palylist?
Se vuoi fare una cosa fatta bene non puoi trascurare nessun dettaglio.

Dopo tre mesi di “studio” della disciplina sono pronto. Ma ormai è inverno. Allora, che faccio? Preparazione mentale: esercizi di visualizzazione di te che fai running per lunghe sessioni con serenità, gioia e motivazione. L’ho letto in un sito.

Finalmente torna la bella stagione e con lei anche il momento della verità. Stretching, riscaldamento, parto. Dopo cinque minuti guardo l’orologio. Ce la posso fare. Dopo dieci credo di averlo riguardato. Resisto. Dopo un quarto d’ora... non so bene cosa... non ricordo. Poi mi trovo di nuovo di fronte allo specchio tutto sudato ed ansimante. Ecco cos’è successo! Sono entrato in trance agonistica! Succede, l’ho letto in un sito.

Che orgoglio, sono tutto gasato, mi sento un atleta, intensificherò le sessioni di... running! Voglio prepararmi per la prossima marcia sul Brenta, poi la mezza-maratona e la maratona. New York aspettami... sto arrivando!

mercoledì 12 marzo 2014

E LA PRIMA SARA'...

di GP F1


Dieci canzoni “da partenza” per iniziare a sfruttare la pista ciclabile che parte da Ceo Pajaro. Sono dieci canzoni molto diverse tra loro. Ognuna di esse può rappresentare l’inizio di una track-list da ascoltare pedalando o camminando. L’ordine con il quale sono elencate è puramente casuale. Non so quale sia il risultato che si ottiene associandole tra di loro. Se nel post precedente suggerivo un’intera track-list, qui consiglio solo ed unicamente la canzone con la quale si può iniziare un viaggio, un percorso, una passeggiata. Buon ascolto!   

Morgan – “Altrove” - Per chi decide, per qualche ora, di “perdersi nel mondo”. Lascia che le cose ti portino altrove…..lasciati alle spalle tutto ciò che non ti è piaciuto della settimana che è appena passata e goditi la pedalata (o la passeggiata) che stai iniziando. L’arrangiamento del brano porta ad una dimensione sospesa, onirica, a staccarsi nettamente dalla realtà. Per chi inizia un percorso di “scarico” contro stress, scadenze impellenti e tempistiche soffocanti.

Radiohead – “No surprises” – La voce di Thom Yorke riconduce in pieno al titolo del brano. Il “giro” di chitarra iniziale rimanda alla ripetitività di un carillon che, legato al timbro assonnato del cantante, ipnoticamente porta chi ascolta al relax più totale. Canzone da prima mattinata assolata, per chi con giornale sottobraccio o cane al guinzaglio vuol godersi questo percorso quando non ancora tutti son svegli.

Afterhours – “Ballata per la mia piccola iena” – Ma vi serve l’autista per uscire dal vostro mondo? Inforcate la bici e, solo se vi conviene, iniziate a pedalare. Per coloro che hanno la testa troppo piena, per coloro che vogliono fuggire per qualche ora, per chi, passeggiando e riascoltando più volte questa canzone si accorge che ogni volta essa assume un significato diverso. Adatta per una partenza abbastanza incazzosa.

Blur – “Country house” – “So the story begins…..”. I primi quindici secondi sono fatti per dare la prima pedalata o per accennare ad una corsetta senza pretese. Per chi vuole prendersi un’ora di relax in modo scanzonato, in aperta campagna, non disdegnando un’occhiata al fiume. O per chi sogna o ha il progetto di vivere in una casa gigante in campagna.

Massive Attack – “Teardrop” – Respiro profondo, battito cardiaco ed armonia che si va a strutturare. Indicata a chi vuole camminare secondo un ritmo cadenzato ma mai invadente o pressante. Lasciatevi anche guidare dalla voce in stile “Antonella Ruggero”. Il volo inizia da qui. Buon relax.

Giulio Casale – “Sacrale” – Una poesia in musica scritta in tutto e per tutto dall’ex voce degli “Estra”. Per chi vuole riflettere mettendosi in moto. Bici o piedi c’è poca differenza……prendetevi il vostro tempo. Se riuscite ad ascoltarla tutta vuol dire che era proprio il momento di rallentare, ascoltare ed ascoltarsi. Per una partenza introspettiva.

Leonard Cohen – “Suzanne” – Buona passeggiata! Una ballata riconciliante che parla di un posto sconosciuto vicino ad un fiume, che ricorda fragranze e atmosfere di paesi lontani. Chitarra, voce ed in sottofondo un coro angelico che sottolinea i momenti più delicati della canzone. Un capolavoro per dare inizio ad un pomeriggio di sole e di tranquillità.

Velvet Underground & Nico – “Sunday morning” – Domenica mattina. Colazione appena fatta. Che ne dici di una sgambatina? Per mettersi in moto prendendosela molto ma molto comoda. Per chi fatica a levarsi il pigiama per infilarsi una tuta. Ultimi sbadigli e poi si parte!

Arcade fire – “Reflektor” – Una delle canzoni contenute nell’ultimo omonimo album degli Arcade Fire. Musica e sonorità elettroniche con una sessione di percussioni che inesorabilmente spingono verso un’idea di movimento irrefrenabile. Occhio che le schitarrate ed il gioco “cassa-piatto-rullante” potrebbero benissimo influenzare il ritmo pedalata. Buon viaggio!   

martedì 4 marzo 2014

UN' ELEZIONE DA POCO... ?

di Beniamino Fortunato


Oltre al mandato amministrativo quinquennale, l’effetto più importante dell’esito delle elezioni comunali del 2009 a Carmignano (inequivocabilmente vinte dalla lista di Gino Carolo) rischia di essere il pensiero che nasce naturalmente da quel risultato, e cioè che su quell’onda di consenso ci sia poca partita per proposte innovative nel vicino giro elettorale di Maggio.

Personalmente credo che fermarsi a questo pregiudizio sia sbagliato ed anche ingrato verso la fiducia che si nutre verso gli elettori ed il futuro del nostro paese.
Lo dico per la naturale necessità di migliorarsi che una comunità conserva dentro di sé e lo dico anche per l’importante ruolo che attribuisco alla politica quale necessaria sintesi dell’evoluzione organizzativa di una società.

I tempi in corso ci stanno suggerendo che la partecipazione democratica è in una fisiologica situazione evolutiva, sta cercando una propria strada di rinnovamento tra errori grossolani ed esperimenti più o meno riusciti: la maggiore facilità a reperire notizie ed informarsi, il potenziale sociale della rete, nuove forme di mediazione tra eletti ed elettori e ingegnose metodologie di partecipazione alla definizione delle priorità ci indicano che le strade nuove da percorrere non mancano e che la sfida può essere più appassionante di quanto lo sia stata fino ad oggi. Anche a Carmignano.

Che possa davvero essere questa la strada percorsa dalle nuove proposte che si candideranno alla Villa Comunale? Carmignano può diventare il paese di una innovativa gestione della partecipazione? Che proprio qui l’impegno riesca a passare dal decisore alla decisione?

Allora no, potrebbe non essere un’elezione da poco!